Sono le conseguenze di uno “sviluppo senza progresso” e senza pianificazione che tenga finalmente conto dei flussi demografici e dell’andamento economico. Ora questa nuova espansione urbana, priva di ogni ragione, mette a rischio una delle ultime isole felici di un Veneto da tempo diventato terra d’infelicità urbanistica e di povertà culturale. La campagna urbanizzata che fa parte del “paesaggio” veneto contemporaneo non è un bel biglietto da visita per il nostro turismo (Andrea Zanzotto grande poeta del ‘900 ebbe a dire che dopo i campi di sterminio vi era in corso lo sterminio dei campi…). Asolo infatti è nota a livello mondiale per la sua storia, i suoi palazzi medioevali, le sue chiese, Asolo è stata lungamente amata dalla Regina d’Inghilterra e da Freya Stark, da Eleonora Duse e D’Annunzio…. Da secoli è luogo di soggiorno di personaggi e artisti e meta turistica di migliaia di visitatori che trovano in questa perla della pedemontana veneta un’oasi di pace.
Ad Asolo la cementificazione interesserà anche i colli e la campagna grazie a un criterio che consente di costruire nuove abitazioni in un contesto di case sparse in zona agricola. Secondo la relazione tecnica si mira alla “riqualificazione e completamento degli ambiti di edilizia diffusa, per corrispondere alle esigenze dei nuclei familiari, favorendo la permanenza delle nuove generazioni”. Anche se gli alloggi non occupati di Asolo e delle sue frazioni sono quasi 400, la volumetria prevista dal PAT è di altri 285.000 metri cubi. Questo partendo dal presupposto che in futuro, oltre a un importante incremento demografico, aumenterà significativamente anche il numero delle famiglie residenti ad Asolo e con esse la domanda di abitazioni. Nei tempi lunghi, con una popolazione attestata sopra le 11.000 unità (oggi sono 9.325), si prevede un incremento di oltre 1.200 famiglie. Previsioni del tutto infondate, visto l’andamento demografico degli ultimi anni e il rallentamento dei flussi migratori. Per le attività produttive, commerciali, direzionali e logistiche, sono 20 gli ettari previsti, interamente corrispondenti al fabbisogno insediativo strategico. Ciò a fronte di oltre 60 ettari di aree produttive già presenti sul territorio comunale.
La lotta contro il consumo del suolo deve essere una priorità per le amministrazioni locali, oltre che un punto fermo della prossima agenda di governo. Asolo può diventare il simbolo di questa battaglia, da qui deve prendere le mosse una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente. Chiunque abbia a cuore il bello è invitato ad una mobilitazione per fermare questo ennesimo attentato al territorio e a sostenere tutti gli appelli di coloro che si oppongono a questa sciagurata ipotesi di nuova espansione urbanistica. Invito tutte le personalità che si battono per un futuro a “cemento mq zero”, da Salvatore Settis a Domenico Finiguerra, a sostenere questa causa. Affinché non si possa più affermare che “l’Italia è una Repubblica fondata sul cemento”.