Trentasette arresti, tra cui un insospettabile come Giacomo Tinervia, il sindaco di Montelepre eletto in una lista civica di centrodestra, accusato di estorsione e concussione. E’ il bilancio del blitz effettuato dai carabinieri questa mattina nel Palermitano. Nell’operazione sono impegnati oltre 300 militari con il supporto anche di due elicotteri.
Le indagini, avviate nel 2010 ecoordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Palermo, hanno documentato come Cosa nostra si stia riorganizzando. Il nuovo Gotha di Cosa nostra aveva effettuato una sorta di “fusione” dei due mandamenti storici della mafia, quelli di San Giuseppe Jato e di Partinico, confluiti in un’unica formazione.
Secondo i magistrati a gestire il nuovo “super mandamento” sarebbe stato Antonino Sciortino, 51anni, tornato in libertà da due anni dopo avere trascorso 12 anni in carcere per mafia. Il sindaco di Montelepre, il paese di Salvatore Guliano, avrebbe avuto rapporti con il capomafia del paese Giuseppe Lombardo, anche lui finito in manette oggi. Ad incastrare Tinervia sono state le intercettazioni disposte dagli investigatori. L’indagine, condotta dai Pm della Dda Francesco Del Bene, Sergio De Montis e Daniele Paci, ha documentato numerosi episodi di estorsione ed anche la preparazione di un omicidio attraverso un’intercettazione ambientale.
L’operazione “dimostra la perdurante presa di Cosa nostra sulle strutture politiche locali” e “conferma lo spiccatissimo interesse per le strutture comunali da cui può controllare gli appalti” dice il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. L’indagine è “molto importante perché conferma la fortissima aspirazione di Cosa nostra ad accrescere la sua presa sul territorio”. Ecco perché l’intento dei boss era quello di “riorganizzare le strutture territoriali con l’eliminazione di due mandamenti: San Giuseppe Jato e Partinico, per formarne uno solo, Camporeale, cioè un Super Mandamento, questo per rafforzare le periferie rispetto al centro”. E ancora: “Cosa nostra non ha ancora definito e non è ancora riuscita a ricostruire una struttura territoriale ma persevera con l’intenzione di nuove divisioni territoriali”.
Dalle indagini emege che per ammettere nei suoi ranghi un uovo membro la famiglia mafiosa Gambino di New York pretendeva garanzie scritte dalle cosche siciliane. Uno degli arrestati Salvatore Lombardo, che da 20 anni viveva in America, è tornato in Italia con una lettera dei Gambino che chiedevano per iscritto ai “colleghi” palermitani garanzie sulla qualità di uomo d’onore di Lombardo e la conferma che questi fosse stato messo fuori dalla “famiglia” di Montelepre per potere essere regolarmente affiliato a New York.