Un sacerdote al di sopra di ogni sospetto, carismatico, vicino alle istituzioni e al sindaco Gianni Alemanno. Molto amato nella comunità romana. Il suo arresto avvenuto nel 2008 e l’accusa di pedofilia furono uno choc per l’intera diocesi. Un caso che ha spaccato l’opinione pubblica, tra innocentisti e colpevolisti come spesso capita. Don Ruggero Conti, condannato in primo grado a 15 anni di carcere per abusi sessuali su minori, adesso dovrà affrontare l’appello. A parlare delle vittime del prete è la giornalista Angela Camuso nel suo nuovo libro La preda. L’autrice ha cercato di capire la spirale del silenzio in cui tutti vengono risucchiati, non solo la Curia, ma anche i ragazzi stessi e le loro famiglie, negando spesso l’evidenza, pur di non infangare il nome della Chiesa. “La Curia ha una responsabilità enorme, il vescovo Gino Reali, coinvolto nel processo, ma alla fine prosciolto, non ha indagato a fondo sulla vicenda, non ha offerto un reale sostegno ai ragazzi che erano titubanti nel denunciare”, aggiunge l’autrice. A presentare il libro anche il vescovo Domenico Mogavero, membro della Cei, la Conferenza episcopale italiana. La sua presenza rincuora la platea. “Oggi per fortuna ci stiamo mettendo al passo con i tempi, basta con la falsa pietà, le difese d’ufficio, l’arroccarsi della Curia, e le indicazioni perentorie del pontefice vanno in questo senso”, dice il porporato. Proprio nel giorno dell’apertura del processo di secondo grado a carico del sacerdote romano, Papa Francesco ha parlato di pedofilia nel clero, confermando la linea di tolleranza zero voluta da Benedetto XVI. “Più che i proclami servono le azioni, il caso di cui parliamo risale al 2008 e il vescovo non si comportò diversamente rispetto al passato, inoltre non ha subito nessuna sanzione disciplinare”, afferma la Camuso. Bergoglio ha anche parlato di modifiche delle direttive. “Imporre l’obbligo di denuncia per i vescovi? non so se la Chiesa avrà il coraggio, sarebbe importante, vedremo”, conclude la scrittrice di Irene Buscemi
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