Una circolare dell’Inps destinata ai medici di base chiede di tagliare del 3% i giorni di malattia dei lavoratori. La protesta è generale e in particolare dei medici che si sono sentiti colpiti e coinvolti come “prescrittori”.
Partiamo da un presupposto: il rispetto delle regole eviterebbe casi estremi. L’abuso porta a necessità di controlli repressivi. La visita fiscale diventa l’unica arma ma il decreto Brunetta, che la prevede già in prima giornata, impone il costo al datore di lavoro. Allora, ad esempio, le scuole esauriscono presto le cifre stanziate per le visite fiscali degli insegnanti e le visite non si fanno. Ma se la visita fiscale deve certificare l’esistenza vera della malattia e non si può fare a causa dei costi occorre “fidarsi” della prescrizione del medico di “fiducia”. Allora il medico di base è l’unico che può selezionare la malattia vera dall’abusivismo inutile che ricade su tutti, anche sui malati veri. Occorre prendersi, in quanto medici, la responsabilità del proprio operato che serve non per risparmiare ma per proteggere chi è malato. In questo ingorgo di mancanza di regole si inserisce la crisi economica che obbliga a lavorare, quando un lavoro si ha la fortuna di averlo, e a ridurre i giorni di lavoro persi senza necessità effettiva con ricaduta di spesa sociale enorme che non possiamo più permetterci.
Qual è la soluzione? La soluzione è di una semplicità estrema che protegge tutti: la società, i lavoratori e gli ammalati veri. La richiesta di malattia e la prescrizione di giorni di malattia deve esserci esclusivamente quando la malattia stessa li necessita.
In sanità occorre tagliare i poteri forti di caste clientelari che non proteggono la salute psico-fisica del cittadino-paziente-lavoratore. Occorre recuperare la voglia di lavorare per aiutare la nostra società a e aiutare quei cittadini che, purtroppo, sono veramente malati. Probabilmente non servirebbe chiedere di tagliare perché il risparmio di ore di lavoro perse sarebbe ben maggiore di quello richiesto. Il rispetto delle regole a qualunque livello porta a un equilibrio di cui, prima o poi, potremmo aver bisogno tutti.