Sit – in di solidarietà davanti il palazzo di giustizia palermitano, per il magistrato Nino Di Matteo, pesantemente minacciato da alcune missive anonime nei giorni scorsi. “C’è lo stesso clima del 1992, quando prima hanno fatto assassinare Paolo e poi lo hanno pianto, soltanto dopo la strage” è stato il commento di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato in via d’Amelio il 19 luglio del 1992. Poi il fondatore delle Agende Rosse si è soffermato sulla nomina tra i cosiddetti “saggi” di Luciano Violante. “E’ uno di quelli che sapeva della trattativa e ha taciuto per tutti questi anni. Ha garantito in Parlamento che non sarebbero state toccate le tv a Berlusconi. Se saggio vuol dire aver saputo e aver taciuto, aver garantito un accordo, allora la nomina è azzeccata”. Quindi un passaggio sul nuovo incarico di Antonio Ingroia, nominato da Rosario Crocetta al vertice della società di riscossione delle tasse in Sicilia. “Ingroia è stato un grande magistrato, lo preferivo da giudice”. Alla fine in piazza è sceso anche lo stesso Nino Di Matteo, che accolto tra gli applausi, ha ringraziato i manifestanti. “E’ bello vedere che c’è una fetta di questa città che si impegna senza bisogno che si verifichi per forza una strage” di Giuseppe Pipitone e Silvia Bellotti
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