È in queste vie della vecchia Milano che quasi 30 anni fa (erano i primi anni ’80) è cominciato spontaneamente il fenomeno del Fuorisalone, in poche parole un’appendice urbana del Salone del mobile istituzionale che ogni anno si svolge alla Fiera di Rho. Ed è tra questi stretti marciapiedi e i palazzi di ringhiera che si susseguono gli allestimenti della cosiddetta “Zona Tortona”. Ci sono molte proposte di design, soprattutto di giovani non italiani. Ma non è solo design il Fuorisalone, anzi il design può diventare il pretesto per avvicinare e sviluppare altri temi, a volte più futili, altre volte universali e profondi.
Quest’anno, per esempio, il marchio Alcantara nel suo spazio al Temporary museum for new design di via Tortona 27 non espone prodotti (l’azienda produce un materiale usato nel settore delle automobili e nell’interior design), ma propone una serie di dibattiti aperti al pubblico sul tema del cambiamento climatico, organizzati in collaborazione con la World bank, organizzazione internazionale per lo sviluppo il cui obiettivo è la riduzione della povertà. Da martedì 9 a venerdì 12 aprile l’appuntamento è alle 17,30: ogni giorno le tavole rotonde affronteranno il tema in questione avvalendosi del contributo di personalità provenienti da mondi professionali diversi, sempre sostenendo il concetto che una buona pratica aziendale possa influenzare i comportamenti sociali per combattere il cambiamento climatico.
L’altra cosa bella più da ascoltare (e da annusare) che da guardare è la realtà del gruppo Demetra che presenta il suo progetto negli spazi della Galvanotecnica Bugatti, in via Bugatti 7. Appena si entra nella ex fabbrica si è avvolti dal profumo resinoso del legno di cedro: è l’essenza utilizzata per realizzare i vasi della linea “Demetra wood pottery“, tutti pezzi unici, lavorati e levigati manualmente.
Ed è cominciando a parlare dei vasi che si scopre la ricca realtà di Demetra, un gruppo di professionisti per il verde che ha allargato gli orizzonti della propria attività classica (progettazione, manutenzione, tree climbing) per raggiungere il mondo dell’educazione ambientale (dall’organizzazione di campus estivi alla progettazione partecipata) con l’obiettivo di far nascere una diversa sensibilità nella comprensione e nell’interazione con l’ambiente.
Infine un oggetto: si chiama “Play” ed è bello da toccare e da far funzionare. A prima vista sembra un gioco, una ruota panoramica in miniatura e un po’ anche lo è. In realtà si tratta di un comodissimo contenitore portatutto formato da cinque scatole degli attrezzi in multistrato montate su un supporto girevole. Play è stato disegnato da Ana Babic, è prodotto da Jasen e campeggia al centro dell’esposizione Creative space serbia ospitata da Opificio 31 in via Tortona 31.