Occhi senza lacrime davanti al palazzo sbudellato. Un tappetto penzolante dalle macerie dell’ultimo piano (sì, proprio quello sotto la piscina abusiva), quadri ancora appesi alle pareti, sono i frammenti di una quotidianità interrotta all’improvviso. I detriti non sono ancora stati rimossi (del tutto) e i curiosi scattano foto con i loro iphone come se fosse un monumento da Grand Tour. Sì, l’ultima lapide al degrado.
Con quella dose di fatalismo che fa la differenza fra chi si piange addosso e chi “guarda oltre”, Maurizio della Morte, che da queste parti chiamano il costruttore gentiluomo, uffici al primo piano del palazzo “ferito a morte”, non impreca, non se la prende con la cattiva amministrazione: “Hanno detto che entro la fine del mese potrò riaprire l’ufficio”. Ed è fiducioso. Ma è il solo.
Il malessere di un’intera città lo esprime invece Rita Sarno nella lettera nella quale si firma “prigioniera della Ztl“. Ho ritenuto doveroso darle voce.
“Questa mia è una protesta scaturita dall’assurda situazione che si è creata nel mio quartiere per la superficialità e la megalomania di un sindaco che ho votato e che oggi mi ritrovo amaramente e con rabbia a detestare. Rabbia per la Riviera di Chiaia, una delle più belle strade del mondo, ridotta a un cumulo di macerie dopo il crollo avvenuto il 4 Marzo. Rabbia perché il comune conosceva il pericolo e non ha fatto nulla. Rabbia per un palazzo lasciato sventrato alla mercé degli sguardi dei passanti come una violenza. Rabbia perché i 400 sfollati dei palazzi vicini a quello crollato sono stati costretti ad allontanarsi in attesa di controlli di sicurezza che a tutt’oggi non avvengono. Rabbia nel vederli tutte le mattina ai limiti della zona di sicurezza attendere con le loro borse della spesa che i vigili li accompagnino nelle case per recuperare beni di prima necessità, oppure seduti sui muretti a guardare il loro quartiere e le loro certezze sgretolarsi come il palazzo. Rabbia perché la messa in sicurezza dei palazzi e dei negozi è lentissima poiché si preferisce dare precedenza e attenzione alla Coppa America che oltretutto sta creando gravi problemi di viabilità ai noi cittadini. Rabbia perché passo tutte le mattine guardando quei balconi chiusi, piante abbandonate, negozi serrati, e mi si stringe il cuore.
Provo rammarico e delusione per aver creduto in un uomo che definirei soltanto il “Sindaco dell’apparire”. A noi della Coppa America non importa niente. A noi abitanti e commercianti della Riviera non porterà indotto. Quale indotto economico può arrivare da una manifestazione indirizzata solo a un pubblico privilegiato ed elitario? Intanto mia madre anziana deve fare ogni giorno chilometri a piedi per andare a comprare uno sfilatino di pane. Cosa altro dobbiamo subire prima di poter ritornare ‘liberi’ in casa nostra? Non basta che il vento cambi direzione”.
P.S. Nel momento in cui scrivo è iniziato il corteo di protesta che arriverà fino a Palazzo San Giacomo per consegnare simbolicamente le chiavi delle proprie attività al sindaco. Negozi, bar e uffici chiusi, sfilano commercianti, professionisti e cittadini, contro la ZTL, abusivismo e illegalità, degrado urbano e sicurezza.