Debito pubblico in salita e sistema bancario in difficoltà. Sono questi i principali fattori che mettono l’Italia a rischio. Con il possibile contagio degli altri paesi dell’eurozona. La Commissione europea lancia un nuovo allarme per il nostro Paese durante la presentazione del rapporto sugli squilibri macroeconomici: “Il debito elevato resta un grave problema dell’Italia, che è sempre vulnerabile ai repentini cambiamenti dei mercati e permane quindi il rischio di contagio al resto della zona Euro, se si dovesse intensificare nuovamente la pressione sul debito italiano”.
In Italia, si legge nel report, persistono squilibri macroeconomici che richiedono monitoraggio e azione decisiva. E questi squilibri vengono individuati oltre che nell’alto debito, anche nella perdita di competitività esterna e nella sottostante performance produttiva stagnante. ”La persistente debolezza strutturale ha ridotto la capacità italiana di assorbire gli shock economici, la condizione finanziaria resta fragile e le prospettive di crescita a medio termine restano condizionate”, è la tesi del rapporto Ue.
L’avvertimento della Commissione europea riguarda anche le banche italiane, sempre più deboli. “La resistenza del settore bancario italiano si è seriamente indebolita dalla metà del 2011 – sostiene l’esecutivo Ue – minando la capacità delle banche di sostenere l’attività economica e gli aggiustamenti”. Inoltre “la perdita di accesso delle banche italiane al mercato interbancario mondiale a seguito dell’espandersi all’Italia della crisi del debito sovrano dell’eurozona ha accresciuto in modo significativo la dipendenza dal rifinanziamento dell’ eurosistema”. Non solo: secondo la Commissione, la doppia recessione in Italia “ha aumentato il rischio del credito al settore privato, appesantendo le banche con una larga quantità di crediti in sofferenza”.
La Commissione europea dà atto all’Italia di aver avviato “una strategia di vasto respiro per ripristinare la sostenibilità di bilancio e migliorare la crescita di lungo periodo”, ma la esorta a “mantenere lo slancio delle riforme e ad attuarle pienamente”. Mentre, si legge, per rafforzare “la resistenza a possibili nuove tensioni sui mercati”, deve impegnarsi per porre il debito su “un percorso costantemente in discesa”.
Dall’esecutivo di Bruxelles però arrivano anche dei suggerimenti su come intervenire. L’Ue elenca una serie di settori in cui i politici italiani “potrebbero agire per rafforzare la capacità di aggiustamento dell’economia italiana”. Tra questi, il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei servizi e dei prodotti, “lo sviluppo di un sistema fiscale più amico della crescita”, il miglioramento del settore dell’istruzione, dell’efficienza della pubblica amministrazione e dell’ambiente per le imprese.