A proposito di rap, anzi Rapropos, come ha efficacemente intitolato Luca Gricinella il proprio recente libro sul rap francese utilizzando il Verlan, il caratteristico slang utilizzato dagli MC francesi consistente appunto nel rovesciare, nel disporre all’inverso, à l’envers / verlan, le sillabe delle parole. Rapropos, non soltanto la banlieue parigina ma anche Marsiglia è da sempre area fondamentale per il rap francese. La Marseille da cui proviene Keny Arkana, una delle voci più consapevoli di una città che quest’anno è Capitale Europea della Cultura e sta vivendo una transizione delicata dal punto di vista sociale, in corrispondenza dei mutamenti urbanistici in atto che ne stanno trasformando il volto.
La rapper francese, di genitori argentini, non ha mancato di stigmatizzare questa controversa operazione di maquillage definendo sarcasticamente Marsiglia 2013 Capitale de la Rupture anziché de la Culture in uno dei pezzi portanti del suo ultimo album Tout tourne autour du soleil. Capitale de la Rupture è anche il significativo titolo di un documentario visionabile sulle pagine web di Keny Arkana ed in cui vengono descritte le conseguenze sociali di Euroméditerranée, quella che viene venduta come “la più grande operazione di rinnovamento urbano d’Europa” ma che nelle parole di una parte dei marsigliesi viene vissuta invece come foriera di gentrificazione, speculazione, sgomberi e repressione.
Keny Arkana inizia a rappare sin da giovanissima, poco più che bambina, nel quartiere di Noailles, nella periferia marsigliese. Nel 2004 fonda insieme ad altri artisti ed intellettuali il movimento sociale La Rage du Peuple (La rabbia del popolo) evidenziando idee politiche vicine agli ambienti del World Social Forum ma mai acritiche o accondiscendenti. Non a caso, dopo la rivolta delle banlieue francesi del 2005 e l’uscita l’anno successivo del suo album d’esordio, Entre Ciment et Belle Etoile, contenente ad esempio un brano programmaticamente intitolato Du Local Au Global e mille discorsi intorno al liberismo, alla mondializzazione della ribellione, alla resistenza, aprirà il tour francese di Manu Chao.
In un vivido ritratto delineato dal giornalista Olivier Cachin trovano spazio dichiarazioni che offrono un’idea piuttosto chiara della mentalità di Keny Arkana: “Quando vivo, io vivo fino in fondo. Intensamente e pienamente. Non penso mai a ciò che potrebbe tornare utile per la mia musica. Sono stata fuori dal giro per quasi tre anni. Sono stata nel Sud-Ovest della Francia, in Sud America, Messico e Argentina. Non pensavo al rap, e alla gente con cui stavo non fregava niente. Se fossi rimasta sempre attaccata al mondo del rap, probabilmente avrei avuto molto meno da raccontare. Prendere un po’ d’aria ogni tanto è importante.” Fondamentalmente, come ricorda Gricinella nel suo libro, Arkana non è “per la rivolta ma a favore della rivoluzione” e per lei la rabbia, la famosa Rage descritta in uno dei suoi brani più celebri, è un motore che permette di rendere la collera un sentimento positivo e costruttivo. Nel suo ultimo album vi è anche un pezzo dedicato agli Indignados: la sua ormai, più che una discografia, è sempre più simile ad una mappa narrata e musicata di movimenti ed idee politico-sociali dell’ultimo decennio.