Mio figlio Duccio è arrivato con una cassetta di acciughe. Cassetta di acciughe, scapate ed eviscerate in un sol colpo, lasciando integra la loro piccola spina piena delle loro vetrose lische.

Tanti amici, più un’insalatiera capace di contenere una buona farina di grano mischiata ad un 50% di farina gialla (mais) più fine possibile, evitando in questo caso l’amata “bramata”. Rapida infarinatura e immediata frittura in olio d’oliva ben caldo. Pochi secondi per ottenere una croccantissima e asciutta frittura che, non violentata da nessun eccesso, lascerà le carni morbide e saporose. Salando a misura, anche per il gradevolissimo scrocchiare delle fragili lische, si ottiene psicologici effetti tipo le finte velenose industriali patatine fritte, senza però assumere nessun malefico intruglio. La cassetta, i numerosi sorsi di buon vino, gli amici, ombre di fico per proteggersi dal primo sole, ci devono far sperare in un mondo migliore, e convincervi che nella condivisione sta il segreto di qualsiasi piatto.

State dunque lontani dalle diaboliche “multi-sale” del cibo, e cercate tavoli nei luoghi delle vostre consuetudini, come nelle vostre case, ma anche dove certamente è meno probabile vedere lo spreco del pane quotidiano. Costruite tavoli, frequentate tavoli, parlate e moltiplicateli, certi che così facendo il futuro sarà nostro.

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