Nuove telecamere installate all’interno dei magazzini Ikea ed è subito polemica. Forse qualcosa di più di semplici schermaglie con la multinazionale svedese, avviate dal Si Cobas ma che coinvolgono anche i “tre porcellini”, così il sindacato di base ha più volte soprannominato Cgil, Cisl e Uil e la loro azione congiunta nella logistica.
Materia del contendere questa volta la privacy dei lavoratori che, secondo i Cobas, è stata violata senza il loro assenso. Da qualche settimana infatti, alcune telecamere a circuito chiuso sono state installate all’interno del magazzino ma senza che il sindacato con più iscritti – i Cobas appunto – e gli stessi dipendenti venissero avvisati. “Ikea ha inviato una direttiva a livello mondiale per montare videocamere, con la scusa di proteggere il proprio patrimonio – spiega Edoardo Petrantoni dei Cobas – ma i lavoratori lo hanno saputo solo da un comunicato affisso in bacheca, da un giorno all’altro. Serve il loro assenso”.
Assenso che però da qualcuno è stato dato: “L’accordo è avvenuto tra l’azienda e Cgil, Cisl e Uil, ma senza dire niente a nessuno. Così come era successo a settembre per l’orario di lavoro multiperiodale. Siamo il sindacato con più iscritti e non ci hanno interpellato”, sottolinea Petrantoni.
La preoccupazione per la sorveglianza all’interno del magazzino di Le Mose, in linea d’ora in poi per ogni altro del gruppo Ikea a livello internazionale, non è stata espressa solo dal sindacato di base. Sono stati gli stessi lavoratori a lanciare l’allarme: “Più protestiamo per i diritti negati e più inaspriscono i controlli – segnalava uno di loro già il 22 marzo scorso, durante l’ultimo sciopero ai cancelli del polo logistico di Piacenza. E gli facevano eco tanti altri: “Hanno montato delle telecamere nei magazzini e non ci hanno detto il perché”. Poi la preoccupazione è diventata realtà, denunciata durante l’ennesima manifestazione, sabato 6 aprile, per le vie della città: “Abbiamo chiesto, mentre le installavano ma la ditta era esterna e ci hanno detto di rivolgerci ai nostri responsabili. Che però hanno fatto sapere come l’accordo fosse già stato sottoscritto dai sindacati”. E poi ancora: “Sono venuti di notte a montarle, quando c’è meno personale, per non farsi vedere” diceva un altro operaio, “la dirigenza si è giustificata adducendo che deve difendere il suo patrimonio. Ma non c’è niente di valore qui, solo mobili smontati. La verità è che vogliono controllarci” ha concluso un collega.
“Noi contestiamo il metodo e il merito”, ha chiarito Petrantoni: “I sistemi di videosorveglianza si possono anche usare, ma prevedono l’autorizzazione del lavoratore sulla privacy. Perché Cgil, Cisl e Uil, senza avere rappresentanza nei magazzini, fanno il bello e il cattivo tempo?”.
La legge alla quale si riferisce il rappresentante sindacale è la numero 300 dello Statuto dei lavoratori, del 20 maggio 1970. All’articolo 4 si legge: “È vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive – recita l’articolo – ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna -. E conclude – In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l’Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per l’uso di tali impianti”.
La versione dell’azienda è ben diversa: “Non sono telecamere di controllo del lavoro, ma per la difesa di articoli che abbiamo in dotazione nei magazzini” ha detto a ilfattoquotidiano l’amministratore delegato dello stabilimento Ikea di Piacenza, Andrea Cruciani. “Sono tre telecamere in più, solo nella zona dove vengono stoccati i televisori di nuova generazione, gli Uppleva” e ha poi precisato le modalità di installazione: “E’ falso che si controlli dove non ci sono oggetti di valore. In tutti i depositi dove sono contenuti i televisori sono state montate le telecamere, le trovate a Parigi così come in ogni nostro magazzino nel mondo, ma sono tre nello spazio di 1 chilometro. Non ogni 15 metri, come detto dai Cobas”.
Nel frattempo Ikea di Piacenza venerdì 12 aprile inaugurerà uno tra i più grandi impianti fotovoltaici presenti in Europa. L’uso dei pannelli fotovoltaici installati sul tetto permetterà all’intera struttura del polo logistico di avere energia pulita e soprattutto un considerevole risparmio economico. Alla cerimonia saranno presenti l’Amministratore Delegato di Ikea Italia Distribution Andrea Colzani e l’Amministratore Delegato Ikea Italia Retail Lars Petterson, che incontreranno la stampa e le autorità per l’inaugurazione degli impianti fotovoltaici installati sul tetto dei depositi di Piacenza, facendone uno degli impianti privati più grandi d’Italia. Sarà anche l’occasione per presentare il Report di sostenibilità ambientale, sociale e delle Risorse Umane di Ikea Italia relativo all’anno commerciale 2012.