A più di un anno e mezzo dalla sua morte, il 22 giugno L’Aquila diventerà la prima città d’Italia a dedicare una piazza a Marco Simoncelli, il motociclista morto durante il Moto gp. La cerimonia si svolgerà in mattinata, a Fonte Cerreto, alla presenza del padre del pilota scomparso, Paolo, e, forse, di altri componenti della famiglia. Il piazzale diventerà un luogo intitolato allo sfortunato Simoncelli, ma sarà dedicato anche a tutti i motociclisti scomparsi sulle strade con una stele.

Il pilota è morto il 21 ottobre del 2011, a 24 anni, mentre guidava la sua Honda sulla pista della Malesia, la stessa che lo aveva incoronato campione.Simoncelli è stato letteralmente investito da Colin Edwards e da Valentino Rossi, che non è caduto. Nel fortissimo impatto ha perso il casco ed è rimasto a terra immobile riverso in pista.

Immagini che hanno fatto il giro del mondo, suscitando la commozione del mondo sportivo e non. Ai funerali, celebrati nel paese natale di Coriano, in provincia di Rimini, accorsero migliaia di persone e giornalisti di ogni paese, per dare l’ultimo saluto al campione.

Ragazzino prodigio, cresciuto a pane e motori sulle strade della Romagna, Marco Simoncelli aveva cominciato a correre a 7 anni sulla pista delle minimoto a Cattolica. A 12 anni era stato proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale gareggiò per il titolo europeo conquistando la 2° posizione.

Il titolo di campione del mondo era arrivato nel 2008, quando Simoncelli in sella alla Gilera del Team Metis si era laureato campione della classe 250, al termine di una gara resa durissima dal caldo torrido, con il terzo posto sul circuito malese di Sepang. Lo stesso circuito dove tre anni dopo avrebbe trovato la morte. (g.z.)

 

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