Il presidente della Lega, durante una festa del partito nel bergamasco, aveva dato dei "coglionazzi" ai membri del governo e aveva fatto le corna per salutare il presidente della Reoubblica, "un terun". L'azione giudiziaria è partita dopo l'esposto di alcuni cittadini
Il procuratore aggiunto di Bergamo Massimo Meroni ha chiesto il rinvio a giudizio di Umberto Bossi ipotizzando i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica e vilipendio alle istituzioni per le frasi rivolte a Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Mario Monti il 29 dicembre del 2011, durante la ‘Berghem Frecc’, la festa della Lega Nord ad Albino.
“Monti lo sa che molti allevatori si sono impiccati? Questi coglionazzi del governo lo sanno?”, aveva detto Bossi dal palco. E poi: “Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica”, esibendo il gesto delle corna. “Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun’’. Parole poi finite nell’esposto di alcuni cittadini in procura a Bergamo.
Nell’udienza di oggi a Bergamo, assente Bossi, si sono scontrate le tesi di pm e difesa. Il legale del presidente leghista, Luigi Pisoni, ha sostenuto che quelle frasi furono pronunciate nell’esercizio della funzione di parlamentare e che quindi deve essere la Camera a confermare o smentire questa tesi. Il pm ha invece sostenuto che il giudice, in questo caso, può decidere in autonomia. Il gup al termine dell’udienza si è riservato di decidere. La seduta è stata aggiornata al 23 maggio.