Una notizia che ha colto di sorpresa anche gli assessori regionali più attenti: oggi nel corso della Conferenza Stato-Regioni verrà discusso a sorpresa il tanto controverso “decreto Profumo” sul Diritto allo Studio, che gli studenti hanno contestato aspramente durante il mese di febbraio determinandone il suo rinvio.
Mi chiedo se il braccio di ferro tra gli studenti e Profumo su questo decreto non sia il riflesso di un’anomalia tutta italiana, di cui abbiamo discusso più volte: di fronte ai tagli continui al fondo nazionale del diritto allo studio è necessario ridurre il numero degli aventi diritto per fare in modo che il sistema non risulti palesemente ingiusto.
Eppure la situazione del diritto allo studio continua a gridare vendetta ricevendo in cambio solo un silenzio assordante, come quello che stava caratterizzando la discussione del “decreto Profumo”, rotto solo dalla protesta studentesca che, nonostante la sessione d’esame, ha coinvolto decine di case dello studente e facoltà d’Italia.
Davvero non c’è più tempo per salvare il diritto allo studio? L’ineluttabilità e l’assenza di alternative che caratterizza la discussione sui processi di distruzione di scuole e università comincia a stancare, soprattutto in un paese in cui basterebbero 350 milioni di euro (tenendo conto solo dei criteri attuali) sul Fondo Integrativo Nazionale del Diritto allo studio, per poter garantire la copertura totale delle borse di studio eliminando la vergognosa figura dell’idoneo non beneficiario (studente che ne avrebbe diritto, ma non riceve il contributo per mancanza di fondi).
Mettendo da parte i punti interrogativi, “Non c’è più tempo” è il nome di una petizione che sta viaggiando in tutta Italia dalle condivisioni sui social network ai banchetti nelle facoltà. Una firma per sostenere 10 punti per salvare il diritto allo studio che non riguardano solo le borse di studio, ma anche i servizi, gli alloggi, l’Erasmus, le mense. 10 punti per invertire la tendenza: allargare, in tempo di crisi economica, la platea degli aventi diritto!
Non c’è più tempo per salvare il diritto allo studio? Credo che il tempo ci sia e speriamo che se ne convincano anche i partecipanti alla Conferenza Stato-Regioni di oggi, perché non c’è più tempo di aspettare ancora, prima di invertire la tendenza nelle politiche di scuola e università e di welfare studentesco, sempre più un lusso per pochi.