Provvedimento varato dall'Agcom. Solo chi già detiene al massimo un solo multiplex potrà concorrere per tre lotti. Escluso chi ha tre o più multiplex. Obiettivo, "garantire più concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti come richiesto anche dalla Commissione europea"
Il Consiglio Agcom ha approvato all’unanimità il provvedimento definitivo sulle regole per l’asta delle frequenze televisive del digitale terrestre. Il provvedimento verrà ora trasmesso al ministero dello Sviluppo economico cui spetta il compito di predisporre il bando. Dall’asta sono esclusi Rai, Mediaset e Telecom Italia.
Il provvedimento approvato oggi – spiega l’Autorità – introduce una serie di modifiche rispetto allo schema approvato il 14 novembre 2012, sottoposto a consultazione pubblica tra i soggetti interessati e oggetto di “una continua, approfondita interlocuzione con la Commissione europea”.
All’asta andranno frequenze che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionali con un diritto d’uso ventennale. Per rispondere all’obiettivo di garantire un maggior grado di concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti – si legge in una nota -, come richiesto anche dalla Commissione europea, il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (cioè che detengono un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex; limita ad un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento; esclude dalla partecipazione alla gara gli operatori che detengono tre o più multiplex (cioè Rai, Mediaset e Telecom Italia).
Agcom precisa inoltre che, in un’ottica di gestione efficiente dello spettro e di sviluppo futuro dei servizi destinati alla LTE, è stato deciso di escludere dalla gara le frequenze dei lotti U di durata quinquennale previsti nel primo schema di provvedimento. Attraverso questo provvedimento l’Autorità ha individuato un percorso che dovrebbe portare a un riordino complessivo e di pianificazione delle risorse frequenziali nazionali assegnate alla televisione digitale terrestre e di risolvere così alcune criticità in un orizzonte di breve-medio periodo.
L’Autorità – conclude la nota -, nell’ambito dei propri poteri e fino al mutare delle attuali condizioni tecnologiche e di mercato, assicurerà il rispetto del cap di 5 multiplex che ogni operatore può detenere anche al di fuori della gara.