Prosegue il viaggio per le zone di Milano contaminate dal Fuorisalone, e dal quartiere del Liberty ci si avvicina ancora un po’ al centro storico tornando, contemporaneamente, indietro nel tempo. Il primo scenario suggerito mette soggezione quanto a valore architettonico se paragonato alle ex fabbriche di via Tortona: è l’Antiquum oratorium passionis della Basilica di Sant’Ambrogio dove la Galleria Blanchaert ha presentato la collezione di oggetti “Lezioni di Enzo Mari” realizzati da Corsi Design Factory.
Si tratta di vasi e ciotole in resina, nati da una lunga collaborazione con Enzo Mari che, grazie al suo carisma, alla sua esperienza e alla sua potente filosofia, ha trasformato l’approccio adottato finora dall’azienda nella progettazione. Enzo Mari che da molti anni rifiuta l’etichetta di “designer” è riuscito a prendere per mano Andrea Corsi e a fargli compiere un percorso progettuale complesso e profondo, un vero iter formativo partendo dallo studio dei classici. Secondo Mari, infatti, tutto il mondo vive dell’eredità della cultura occidentale, dove per cultura occidentale intende quella di Platone e Aristotele prima, di greci e romani poi, non quella del periodo contemporaneo. Enzo Mari quando spiega le sue idee si scalda e impreca, contro il capitalismo, contro la globalizzazione, contro le società che ritengono di avere ancora bisogno di operai trattati come schiavi. Ed è grazie alla sua guida generosa che la Corsi Design Factory ha acquisito sempre maggiore consapevolezza dei significati dell’oggetto e delle sue funzioni fino a ottenere i risultati esposti.
Il bisogno di conoscere profondamente l’intero processo produttivo si ritrova in una delle numerose mostre, forse più di nicchia delle altre, organizzate dalla Triennale per la Design Week, quella dedicata a Pierluigi Ghianda dal titolo “Fare è pensare”. Ghianda, che è stato definito da Gae Aulenti “il più grande ebanista che esista in Italia”, espone oggetti realizzati con legni che provengono da tutto il mondo, eseguiti e levigati con una perfezione rara.
C’è poi chi sperimenta la progettazione condivisa. E a distanza per di più. Il frutto di questo esperimento sono i sette arredi della collezione Nendo=Nichetto esposta in Foro Buonaparte 48. Luca Nichetto è un designer italiano che vive e lavora tra Venezia e Stoccolma, Oki Sato, conosciuto come Nendo, è giapponese nato in Canada e collabora da anni con aziende italiane. Di certo hanno in comune una storia internazionale. La collaborazione tra i due designer è cominciata, quasi per caso, un anno fa: si sono incrociati a un evento e Oki Sato ha voluto ringraziare Nichetto dei complimenti ricevuti, tramite terzi, per il suo lavoro. Si incontrano una seconda volta ancora casualmente e da allora comincia la storia comune e il desiderio di pensare a progetti da portare avanti insieme. Al telefono.