Mi riferisco a quelli che sono a Roma, in Senato e alla Camera: non facciano di Parma un’occasione sprecata.
Da quando Parma è amministrata a 5Stelle è stata definita la “Stalingrado”, ma se una parola si ripete troppe volte diventa solo un suono, perde significato (come le parolacce di Beppe Grillo, il cui senso delle cose che dice mi confonde ormai con il ritornello degli insulti).
Parma è Parma, città di provincia, meno di duecentomila abitanti, ci si conosce tutti (forse per questo s’è fatto finta di niente per anni), suo malgrado divenuta importante per motivi imprevedibili anche a chi sognava di regnarla in eterno. Parma è l’Italia più di quanto non sia mai stata: il M5S ha spazzato via i professionisti che hanno ridotto la città al dissesto (gli Italiani hanno scoperto lo spread perchè i dottori del governo hanno intasato il water non perchè l’operaio puliva male); Federico Pizzarotti ha vinto le elezioni contro Vincenzo Bernazzoli (candidato del PD preferito nelle primarie al giovane e apprezzato Dall’Olio, come in altre primarie hanno preferito Pier Luigi Bersani a Matteo Renzi: non è il partito che è vecchio, sono i suoi elettori che non lo smacchiano).
Il Movimento a Parma vince, piazza il suo sindaco ed è “costretto” ad imparare il mestiere sul campo, non parte da zero, ma dall’abisso di centinaia di milioni di debiti in eredità (calcolali tu, se sei capace, quanti sono davvero). I 5Stelle devono fare fronte alla rabbia della vecchia politica trombata dalla realtà, che non accetta il suo momento e s’aggrappa alla pala del becchino come una radice alla terra. Devono reggere l’urto emotivo della vita che cambia da un giorno all’altro, sotto i riflettori implacabili di stampa e tv, emotivamente è legittimo non farcela.
Per ultimo, ma più devastante, devono fare i conti con una tensione sociale che rasenta l’ isteria collettiva: occorre tempo per fare tutto ma il tempo è come il denaro, finito: alla gente che questi siano quelli del cambiamento non importa un fico secco, il quotidiano morde i conti della spesa e l’armata Pizzarotti è subito considerata alla stregua della marmaglia che l’ha preceduta. Nel frattempo il centrodestra è la tenia di sempre: chi temeva il colpo di coda doveva prima reciderne la testa.
Ecco perchè i rappresentanti del M5S che stanno a Roma non devono fare di Parma un’occasione sprecata: nella pur neonata esperienza è qui, e solo qui, che trovano chi è dentro il sistema e la realtà con la quale esso condanna a confrontarsi, è qui che possono trovare il riferimento e l’ispirazione per crescere. Parma non è un campione rappresentativo? Se vi chiedete perchè scoppia una guerra, provate ad andare a una riunione di condominio. Parola di Enzo Biagi.