Politica

Credit Suisse: “Senza accordo Pd-Pdl su Quirinale si rischia di tornare al voto”

I prossimi giorni saranno "fondamentali per la formazione di un governo e per dare credibilità al quadro istituzionale italiano". L'evento più probabile, secondo gli analisti, è che i due principali schieramenti troveranno un'intesa per il capo dello Stato

Senza un accordo tra Pd e Pdl sulla scelta del presidente della Repubblica si rischia di tornare al voto. E’ l’avvertimento di Credit Suisse, che descrive uno scenario politico in Italia “non ancora chiaro” a sei settimane dalle elezioni, “anche se ci dovrebbe essere al più presto un’accelerazione verso una qualche soluzione”. I prossimi giorni, secondo la banca svizzera, saranno “fondamentali per la formazione di un governo e per dare credibilità al quadro istituzionale del Paese”.

L’evento più probabile, proseguono gli analisti, è che i due principali schieramenti politici troveranno presto una intesa, “sulla scia dei recenti incontri tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi“. In tal caso il nuovo capo dello Stato “sarà eletto probabilmente nel primo giorno di votazioni”. E questo accordo “dovrebbe anche fornire la base per un governo di coalizione di qualche tipo: una grande coalizione o un governo di centro sinistra con appoggio esterno dal centro destra”.

L’istituto di credito sostiene invece che, senza un’intesa prima del 18 aprile, è probabile che il nuovo presidente sarà votato da una diversa maggioranza, probabilmente dal centro sinistra e alcuni o tutti i membri del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Uno scenario “meno probabile ma da considerare” che “dovrebbe essere più dirompente e dovrebbe portare a una forte opposizione del centro destra e probabilmente il più presto possibile a nuove elezioni”.

A metà febbraio Credit Suisse aveva avvertito che i sondaggi pre voto mostravano lo scenario “relativamente rassicurante per i mercati di una vittoria del centro sinistra pro-Europa, che formerà probabilmente un governo con il supporto della coalizione centrista di Mario Monti“. La banca aveva anche segnalato uno scenario “meno ottimista”: la vittoria del centro destra in entrambe le Camere.