Politica

Sardegna, Finanziaria ancora da approvare: manovra da oltre 6 miliardi

Cassate una serie di norme cosiddette intruse in particolare quelle che riguardano il taglio dei costi della macchina Regione: il personale, l’abolizione dei cda degli enti regionali e delle partecipate. Nel testo anche il reddito di comunità: una sorta di scambio merce/beni/servizi tra Regione e aziende

Un po’ di fretta e sotto pressione c’è più gusto, almeno così sembra in Sardegna. Dove la Finanziaria 2013-2015 deve essere ancora approvata. Questo è infatti il quarto mese di esercizio provvisorio, ora il testo licenziato a metà marzo dalla Giunta guidata da Ugo Cappellacci ha  iniziato il suo iter sul tavolo di tre commissioni, poi sarà la volta dell’Assemblea.

Caccia all’intruso. E già ci si sono i primi stravolgimenti: sono state cassate una serie di norme cosiddette intruse, non una novità. Si tratta di circa il 60 per cento del documento: in particolare quelle che riguardano il taglio dei costi della macchina Regione: il personale, l’abolizione dei cda degli enti regionali e delle partecipate, la riorganizzazione delle Asl e delle province sopravvissute al referendum popolare di un anno fa. L’iniziativa è della presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, in linea con la commissione. Le ragioni sono state precisate in una nota, si tratta di: “provvedimenti che, seppure condivisibili, per espressa previsione legislativa non sono ammissibili, perché necessitano di un progetto di legge autonomo che ne delimiti tutti gli aspetti e non si limiti ad un pronunciamento di principio”. Rientreranno con un collegato alla stessa Finanziaria, ha assicurato l’assessore al Bilancio, Alessandra Zedda, passata da poco dall’assessorato all’Industria dopo il veloce rimpasto di febbraio.

Lo sforamento del Patto di stabilità. In tutto la manovra vale 6 miliardi 649 milioni e 220mila euro, la fetta più grossa destinata come sempre alla Sanità (circa 3 miliardi) e alla spesa corrente. E poi c’è il punto principale: la rimodulazione del Patto di stabilità, in modo unilaterale, ossia non concordato col Governo. Insomma si mettono a bilancio dei soldi che probabilmente non ci saranno, ben 1 miliardo e 200 mila euro. Ma per evitare che la norma venga impugnata c’è stata una retromarcia dell’ultimo minuto rispetto agli annunci ribelli: per l’autorizzazione si dovrà aspettare l’ok da Roma sulla proposta di accordo sulle nuove entrate. E qui già arrivano gli strali dell’opposizione. Per il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, il tesoretto è decisamente in bilico. “Questo è imbrogliare la fiducia. L’unica preoccupazione che hanno è rispondere alla campagna elettorale che Cappellacci ha già iniziato e deciso cinicamente di fare sulla disperazione della gente”. La legislatura è considerata quasi agli sgoccioli: manca un anno circa alle Regionali e l’accusa più frequente è proprio quella di pensare esclusivamente al dopo. E utilizzare iniziative – slogan: dal reddito di comunità virtuale alla restituzione dell’Imu.

Il reddito di comunità in Sardex. È una della iniziative sperimentali su cui la Giunta ha puntato di più. Nella Finanziaria sono destinati 20 milioni di euro per un fondo di garanzia gestito da un’agenzia regionale, Sardegna Promozione, e si prevede una fitta collaborazione con il circuito di moneta complementare, Sardex, che si regola con un sistema di crediti/debiti tra le oltre mille aziende iscritte. Una sorta di scambio merce/beni/servizi. Così la Regione, con la sua partecipazione, intende destinare a circa 10mila disoccupati tra i 25 e i 35 anni un reddito pari a 500 euro (crediti) mensili per tre anni da utilizzare per acquistare o usufruire di alcune prestazioni, il cui paniere deve essere ancora definito così come una rotazione. Tutto ok? No, per Sel così “si riduce uno strumento serio di contrasto alla povertà a puro strumento elettorale”. E sebbene per il capitolo lavoro siano stati stanziati 150milioni di euro, tra crediti di imposta per le assunzioni a tempo indeterminato, microcredito e altro per la Confindustria isolana e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil la manovra è “debole e di breve respiro”. Misure considerate insufficienti per contrastare la crisi e la mancanze di prospettive isolane. 

Restituzione Imu. E fa storcere il naso anche la proposta dal sapore berlusconiano di restituire l’Imu pagata sulla prima casa alle le famiglie con reddito basso (Isee inferiore a 20mila euro). Per la “concessione del contributo a favore di soggetti passivi”, così viene definita l’operazione, sono stanziati 25milioni di euro. 

L’Agenzia sarda delle entrate al posto di Equitalia. Sempre nel testo torna viva l’Agenzia delle entrate regionale, creata dall’ex governatore Soru e abrogata solo qualche anno fa dalla stessa Giunta Cappellacci. Nelle intenzioni dovrebbe sostituire Equitalia e, altra novità, potrebbe riscuotere piccoli tributi in Sardex, almeno dalla aziende, ossia in modo virtuale. Per la sua rinascita sono previsti 2 milioni di euro. 

Il taglio ai costi. Molte misure erano contenute nella parte stralciata, ma comunque a partire dalla prossima legislatura. E su questo si consuma l’ultimo appello del capogruppo Pdl in Consiglio, Pietro Pittalis: “Non vorremmo che sull’altare di un rigore formale fosse sacrificata la sostanza di un’iniziativa positiva della Giunta perché si rischierebbe di dare l’impressione del palazzo che si arrocca nel bunker della conservazione”. A stretto giro risponde l’ex capogruppo del partito, ora a capo di Sardegna è già domani, Mario Diana, che sottolinea la tempistica e il fatto che “se da un lato si volevano ridurre i consigli di amministrazione di enti e agenzie, dall’altro si è cercato di equiparare (al rialzo) gli emolumenti dei presidenti di tutti gli enti a quelli dei direttori generali dell’amministrazione regionale”. Insomma, si preparano settimane travagliate per la Finanziaria di primavera.