Il presidente Sabelli critica le proposte finali in fatto di intercettazioni telefoniche e controllo politico del Csm: "Sembra più una riforma del giudice". E lamenta la mancanza di "ricette" in tema di mafia, corruzione, falso in bilancio. A Ingroia dice: "Aosta non è una punizione"
L’Associazione nazionale magistrati attacca i “saggi” voluti da Napolitano: ”Con rammarico” l’Anm ritiene le proposte dei saggi in materia di riforma della giustizia “fortemente insoddisfacenti”. Lo ha detto il presidente Rodolfo Sabelli in apertura della riunione del parlamentino dell’Associazione. “Ci sembrano proposte di ispirazione sostanzialmente conservatrice”, ha spiegato. Le proposte, sottolinea Sabelli”, sembrano mirate sulla riforma del giudice e non della giustizia“.
Nella relazione finale dei saggi sono suggerite riforme care al centrodestra come la limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini e una sorta di giudizio d’appello per i provvedimenti disciplinari del Csm affidato a una corte di nomina a maggioranza politica.
Sabelli ripropone ai saggi molte delle critiche rivolte ai governi Berlusconi e Monti in tema di tangenti e mafia. Il presidente dell’Associazione magistrati lamenta infatti “scarsa attenzione ai temi del contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Non si parla di voto di scambio, di falso in bilancio né di autoriciclaggio e non si affronta neanche il tema della prescrizione, tranne nelle note di Valerio Onida“. Quanto al tema delle intercettazioni “si sottolinea solo la necessità di modificarne i presupposti”, osserva ancora Sabelli, che ricorda poi le indicazioni contenute nelle riforme sul lavoro dei pubblici ministeri che “evocano precedenti già definiti fortemente negativi per la limitazione alla capacità di acquisire notizie di reato“.
Sabelli esprime quindi “forti perplessità sull’alta Corte di giustizia, sia pure di secondo grado”, in riferimento all’organismo a nomina in maggioranza politica pensato per intervenire sulle decisioni del Csm in materia di provvedimenti disciplinari contro i magistrati. “Non si fa cenno su questo al pericolo di interferenza per l’esercizio della funzione giudiziaria e si dimenticano le differenze tra le magistrature”.
Non è mancato un riferimento al caso Ingroia, dopo l’intervento del Csm che ha stoppato un possibile incarico del magistrato sceso in politica presso la Regione Sicilia. ”Aosta non è una punizione”, ha sottolineato Sabelli rispondendo a una domanda sull’assegnazione, disposta dal Csm, di una sede giudiziaria per Antonio Ingroia, al ritorno dall’aspettativa per motivi elettorali. “Ci sono realtà serie ed importanti anche ad Aosta: si lavora e non è certo un posto dove andare a riposare”.