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Lugano, le urne premiano il leghista Giuliano Bignasca morto il 7 marzo

L’incombenza toccherà a Marco Borradori, già presidente del governo di Bellinzona e tutt'ora ministro. È lui infatti il più votato tra i leghisti, con 14.212 preferenze. Secondo il collega di partito Lorenzo Quadri con 11.360 voti
Lugano, le urne premiano il leghista Giuliano Bignasca morto il 7 marzo
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La Lega dei Ticinesi vola alle comunali di Lugano e il defunto leader Giuliano Bignasca conquista novemila preferenze. A poche settimane dalla morte del “Nano” Bignasca, storico leader dei leghisti d’oltre confine, il partito conquista il 35,52% dei consensi diventando di fatto la prima forza politica della città, superando il PLR (liberali-radicali), che si ferma al 33,23% dei voti, staccati di molto gli altri partiti in gara il PS si ferma al 14,07%, il PPD al 13,3%.

Sconfitto il sindaco uscente Giorgio Giudici, che entra nel governo cittadino da consigliere. Sono tre su sette i seggi conquistati dai leghisti e, per la prima volta nella storia della città (salvo un improbabile ribaltone nell’eventuale turno di ballottaggio), sarà un leghista a sedere sulla poltrona di primo cittadino. L’incombenza toccherà a Marco Borradori, già presidente del governo di Bellinzona e tutt’ora ministro. È lui infatti il più votato tra i leghisti, con 14.212 preferenze. Secondo il collega di partito Lorenzo Quadri con 11.360 voti, al terzo posto il defunto Giuliano Bignasca che da morto ha incassato 9.001 voti, “testimonianza – secondo un comunicato leghista – dell’affetto dei luganesi”. Il suo posto verrà preso da Michele Foletti, primo dei non eletti con 8.875 voti. La Lega dei Ticinesi festeggia anche nella cittadina di Mendrisio, con la storica entrata di un leghista in municipio, eletto Massimiliano Robbiani.

Dopo la morte di Bignasca non c’è stata dunque la temuta débâcle leghista, anzi, è arrivato un trionfo per certi versi inaspettato. In molti infatti temevano (o speravano) che dopo la dipartita di Bignasca e senza la sua guida forte, i voti leghisti sarebbero andati dispersi.

Al momento pare che le cose siano destinate ad andare diversamente e il partito anti italiano continua nel suo momento di gloria. L’onda emotiva seguita alla scomparsa del “Nano” Bignasca ha portato la Lega dei Ticinesi alla vittoria, forse anche grazie al cosiddetto effetto Berlinguer. Non per scomodare mostri sacri, ma in piccolo quello che è accaduto oggi a Lugano, con la Lega che ha trionfato superando il liberali radicali, ricorda un po’ il mitico sorpasso del Pci sulla Dc alle elezioni europee del 1984, quelle che si celebrano a pochi giorni dalla morte di Enrico Berlinguer. Un successo che venne imputato proprio all’effetto emotivo della scomparsa del carismatico leader comunista 

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