Annuncia che non abbandonerà la politica. Anzi, annuncia che si batterà perché venga eletto un presidente della Repubblica che piaccia a Pd e Pdl. E accusa imprese e sindacati di avere contribuito alla scarsa crescita dell’economia italiana. Questo, in sintesi, l’intervento di Mario Monti a Che tempo che fa. “Il mio non è un abbandono ma la continuazione di quello che è il mio modo di interessarmi della vita del Paese”, ha risposto il premier a una domanda sul suo ruolo in Scelta civica. Dopo le voci sulla sua rinuncia a incarichi operativi nel partito e sulla cancellazione del suo nome dal simbolo.
“Ora Scelta civica – spiega Monti – si sta dotando di uno statuto. Io non sono mai stato il presidente e ho incoraggiato gli altri a pensare anche a ricercare qualcuno che occupi quel posto. Io non sarò né presidente né segretario”. La sua attività – continua il premier – sarà “a sostegno di iniziative per le riforme, per l’Europa, contro il bipolarismo conflittuale”. Orientamento che per ora segue solo Scelta civica, sostiene.
E il primo impegno politico personale di Monti riguarda il voto per il successore di Napolitano al Quirinale. “Mi batterò perché il presidentedella Repubblica sia eletto con il consenso più ampio possibile, che includa Pd e Pdl”, afferma, sottolineando che “Scelta civica potrebbe promuovere questa convergenza”. Monti non si sbilancia sui nomi per il Quirinale. “Ci saranno indicazioni di Scelta civica – ha proseguito – che saranno esplicitate al momento opportuno e nelle sedi opportune”.
E la crisi? “Per quanto riguarda l’economia reale siamo ancora in emergenza – continua -. Al prossimo governo occorrerà una velocità di decisione e un consenso simili a quelli che hanno caratterizzato i primi sei mesi del governo che ho presieduto”. ”Se l’Italia non cresce ciò è dovuto a lacune della politica, ma moltissimo anche a sindacati e imprese”, che devono cambiare: “Il mondo del capitalismo non ha saputo ammodernarsi e il mondo dei sindacati ha responsabilità storiche nell’arretratezza”.”. Per questo Monti vede con favore che “sindacati e Confindustria prendano posizioni comuni. Ho dedicato buona parte del 2012 a ottenere questo”.