Nichi Vendola scende in campo contro il veto su Romano Prodi al Quirinale. ”Non vorrei metterlo in imbarazzo facendo il suo avvocato difensore, anche perché questa è una fase in cui indicare un candidato significa bruciarlo specie se a farlo è un partito piccolo” come il mio, ha detto il leader di Sel ospite di In mezz’ora, “ma trovo intollerabile immaginare una esclusione di Prodi” dai nomi in corsa per il Quirinale.

Vendola propone quindi di utilizzare il metodo Boldrini-Grasso anche per la scelta del presidente della Repubblica. ”L’elezione di Laura Boldrini è figlia di una reazione alla nostra sconfitta elettorale quando ho detto rompiamo un tabù: cerchiamo il contatto con i Cinque Stelle dove ci sono energie fresche invece che nell’equilibrio dell’inciucio dove c’è puzza di vecchia politica”, ha avvertito. “E incamminarsi su quella strada ha portato al successo dell’elezione di Pietro Grasso al Senato”.

Nell’elezione del prossimo capo dello Stato conterà molto anche “l’identikit del custode” che si avvia ad essere “il garante della Costituzione”, ha aggiunto il leader di Sel, spiegando che – specie in questo momento dove torna il rischio di “una guerra nucleare” – serve una figura in grado di “far tornare in campo la vocazione pacifista del nostro Paese sancita dall’art. 11 della Costituzione”.

A proposito di una possibile intesa tra centrosinistra e M5S sul voto per il Colle, Vendola ha affermato che “se son rose fioriranno”. E ha sottolineato che occorre rispettare “le modalità talvolta confuse e contraddittorie, naif e anche molto rischiose, di chi prova a rompere la barriera che separa i cittadini dalla politica, dicendo no a un presidente della Repubblica che esce da un laboratorio di specialisti e sì a chi cerca una soluzione alla luce del sole”.

Sui nomi usciti dalle ‘Quirinarie’ il portavoce del Movimento Cinque Stelle al Senato, Vito Crimi, ha invece dichiarato al FattoQuotidiano.it: “Sicuramente sono un po’ sorpreso dal nome di Prodi, ma anche dalla Bonino, non me li sarei aspettati. Ma va bene così. E’ la democrazia, questa è la bellezza: accettare con serenità qualsiasi risultato della consultazione democratica”.

E anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso è intervenuta sull’argomento Quirinale. “Sarei certamente contenta” se venisse eletta una donna perché “sarebbe una straordinaria novità”, ha detto a SkyTg24. “Io sono convinta – ha aggiunto – che le donne abbiano assolutamente una marcia in più e la capacità di essere concrete e con i piedi per terra nel vedere i problemi e immaginarsi dove si vuole andare. Poi le donne sono tante e diverse tra di loro. Penso che uno dei problemi che ha l’Italia è la tanta esclusione delle donne dai ruoli dirigenziali e politici”.

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