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L’UE contro i paradisi fiscali

Nell’ultima settimana il tema dell’evasione fiscale ha dominato sulla scena europea.
Ad aprire le danze è stata l’inchiesta giornalistica denominata Offshore-Leaks. Giornalisti di 58 testate internazionali sono venuti in possesso di un enorme mole di documenti e file segreti contenenti più di centomila nomi di aziende e contribuenti che avrebbero occultato capitali in paradisi fiscali come le Cayman o Singapore. A finire nella bufera sono stati anche importanti esponenti della politica francese tra cui il ministro del bilancio ed il tesoriere di Hollande.

Tutti i Paesi dell’Unione Europea sono stati coinvolti nello scandalo e per cercare in un qualche modo di rimediare i ministri delle finanze di Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito hanno inviato una lettera al commissario europeo Semeta chiedendogli di avviare una strenua ed efficace lotta contro paradisi fiscali e segreto bancario.

Nelle presentazioni di Quattrogatti “Come si previene l’evasione fiscale” e “Come si combatte l’evasione fiscale” avevamo visto che la tracciabilità delle informazioni finanziarie e la creazione di banche dati sono fondamentali per una strategia di ampio respiro contro l’evasione fiscale. In particolare nella lettera inviata a Semeta si chiede di creare un network di scambio delle informazioni in modo che ogni Paese posso disporre di banche dati dei patrimoni all’estero dei propri contribuenti. Semeta ha risposto positivamente all’appello citando nella sua risposta anche il caso Offshore-Leaks

Anche il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy è intervenuto sul tema annunciando di aver messo al centro dell’agenda del prossimo Consiglio Europeo del 22 maggio il tema dell’evasione fiscale. Il tavolo delle trattative verrà così aperto non solo con i paradisi fiscali extra-Ue ma anche con quei Paesi dell’Unione Europea che ancora sono legati a normative fiscali e bancarie poco trasparenti. Il 10 aprile il Lussemburgo per voce del suo primo ministro Juncker ha annunciato che è disposto a rinunciare ai vecchi privilegi di piazza finanziaria opace ed essere aperto a scambi di informazione. Più difficile da convincere resta l’Austria che pare estremamente restia a rinunciare al segreto bancario.

Per concludere la settimana europea sul tema dell’evasione fiscale non possiamo ignorare le parole dell’ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale Vamvakidis, che ha lanciato la proposta di mettere fuori legge tutte le banconote da 500 euro nell’Eurozona. Secondo Vamvadikis sono usate principalmente nelle operazioni di riciclaggio e della criminalità organizzata.

Per ora la Bce ha risposto che le banconote da 500 euro rimangono un importante elemento di riserva valutaria. In ogni caso presto verrà lanciata la nuova serie di banconote e le organizzazioni criminali saranno costrette a trovare stratagemmi per cambiarle. E le autorità di vigilanza saranno pronte ad intervenire in caso di operazioni sospette.

Di Fabio Cassanelli