Dura replica della senatrice Pd al sindaco di Firenze, che l'aveva bollata come non abbastanza "anticasta" per le foto all'Ikea con gli uomini della scorta. "Non mi sono mai candidata", ma lui "non ha le qualità umane indispensabili a un uomo di Stato". La rabbia di Marini: "E' lui a usare la religione a fini politici"
“Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile”. Lo dice la senatrice Pd Anna Finocchiaro, dopo che ieri, in un’intervista al Tg5, il sindaco di Firenze l’aveva bocciata come candidata al Quirinale perché non abbastanza “anticasta”, in riferimento alle foto, pubblicate da Chi, che la ritraevano a fare spese all’Ikea con la scorta. Renzi, continua, “non ha le qualità umane indispensabili per essere un uomo di Stato”. “Grazie mille” e nessuna parola di replica da parte del sindaco di Firenze. Almeno fino a quando – dopo l’intervento di Franco Marini (“Parole gravi e offensivi”) – il primo cittadino fiorentino ha cambiato registro e ha scritto nella sua enews: ”Avverto molta amarezza. E personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io e che pensano milioni di italiani. Finché mi sarà possibile continuerò a dare il mio contributo perchè l’Italia torni a competere e a sperare. E mi impegnerò perchè il Pd diventi un partito vincente”.
“Non mi sono mai candidata a nulla“, precisa in una nota l’ex capogruppo del Pd al Senato. “Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l’impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà né il mio Paese, né il mio partito”. Poi la dura replica all’ex rottamatore: “Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti. E trovo inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito“. Chi si comporta in questo modo, conclude, “potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato”.
Con l’uscita sui candidati Pd al Quirinale – bocciato anche Franco Marini – Renzi si conferma sempre più un battitore libero all’interno del Pd, in una fase delicatissima che oltre al voto per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano comprende la concreta possibilità di elezioni anticipate nei prossimi mesi. Di conseguenza sull’ex rottamatore sempre più distante dal segretario Bersani piovono le critiche interne. ”Così Matteo Renzi continua amettere costantemente sotto tensione il Pd”, avverte Beppe Fioroni in un’intervista a Repubblica, proprio in riferimento alle critiche rivolte a Finocchiaro e Marini. “Il mio invito è di fermarsi, perché il punto di rottura dell’equilibrio è vicino. E se si raggiunge, non è di scissione che si tratterà, ma di implosione. Non ne soffrirà insomma solo il partito, ma tutto il paese”.
Oltre al fuoco incrociato Pd si registrano anche le parole di Maurizio Gasparri (Pdl) nei confronti di Renzi: “La questione cattolica – dice Gasparri – viene affrontata da Renzi in un articolo in modo ridicolo. Confermando che lui si propone come sintesi mirabile del trasformismo prossimo venturo, in base al quale conta galleggiare senza credere in nulla tranne in ciò che serve per avere la simpatia dell’interlocutore del momento. Questi difetti, ben evidenti, gli assicurano successo in contesti e tempi in cui il nulla ha più attenzione dei valori. La De Filippi al suo confronto sembra un gigante del pensiero”.
Il doppio attacco non sfugge ai deputati renziani. “Finocchiaro dà del miserabile aRenzi; Gasparri del ridicolo. Sono due facce della stessa medaglia”, dice David Ermini uscendo dalla sala di Palazzo Vecchio.
Nella polemica si inserisce anche Franco Marini: “Non posso lasciar passare in silenzio parole tanto gravi e offensive. Premetto che io non mi sono candidato a nulla. Nella mia lunga vita sindacale e politica non ho mai utilizzato l’appartenenza religiosa per chiedere o ottenere incarichi di qualunque natura. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Non l’ho fatto mai e mai lo farei. Nella mia vita pubblica ho ricevuto critiche e contestazioni. Come tutti – scrive l’ex presidente del Senato – è normale e logico che sia così. Sono le regole del gioco democratico. Renzi però usa un altro registro. Insinua che starei strumentalizzando e consentendo che venga strumentalizzato il mio essere cattolico a fini politici. Con la sua lettera invece è proprio Renzi che ha commesso il grave errore che mi addebita: usare la religione a fini politici. Cosa assolutamente inaccettabile. Una deriva nella discussione pubblica di cui davvero non si sentiva la necessità e di cui Renzi porta tutta la responsabilità”.