Il colosso petrolifero Rosneft di proprietà del Cremlino entrerà nel capitale della società italiana con il 13,7 per cento e metterà le mani su un ulteriore 7,3 per cento di titoli attraverso il lancio di un'offerta pubblica di acquisto a 1,37 euro per azione
Un socio russo si fa spazio in Saras, la società della famiglia Moratti che controlla la più grande raffineria d’Europa nei dintorni di Cagliari. L’accordo prevede che il colosso Rosneft di proprietà del Cremlino, numero uno per l’estrazione e la raffinazione di idrocarburi, entrerà nel capitale della società italiana con il 13,7 per cento e metterà le mani su un ulteriore 7,3 per cento di titoli attraverso il lancio di un’offerta pubblica di acquisto a 1,37 euro per azione. La notizia dell’intesa raggiunta ha fatto scattare una pioggia di vendite a Piazza Affari, dove il titolo ha chiuso in rialzo del 6,7 per cento.
La famiglia milanese, quando terminerà l’operazione il cui inizio è previsto il 23 aprile, resterà l’azionista di riferimento con il 50,02 per cento del capitale, dal 62,4 per cento attuale. I firmatari dell’accordo con Rosneft sono l’accomandita della famiglia Moratti, Gian Marco Moratti e Massimo Moratti. Oggetto della trattativa di compravendita è la cessione ai russi di 130,2 milioni di azioni Saras per un corrispettivo di 178,49 milioni di euro. I fratelli Gian Marco e Massimo venderanno inoltre tutte le azioni da loro personalmente detenute in Saras pari a 6 milioni di pezzi ciascuno.
In base all’accordo sono previste alcune modifiche dello statuto, in forza delle quali, oltre alla nomina di un amministratore da parte dei soci di minoranza, uno dei membri del consiglio di amministrazione sarebbe tratto dalla lista dei candidati presentata e votata da un azionista che detenga singolarmente almeno il 12 per cento del capitale; inoltre, sarebbe eliminata la previsione che consente di escludere il diritto di opzione in favore degli azionisti nei limiti del 10 per cento del capitale, così come consentito dal codice civile.