Sì a permessi sul lavoro per druidi e pagani per officiare riti e cerimonie a Stonehenge, il sacro circolo di pietre megalitiche. Così, allo stesso modo, un vegano potrà pretendere cibo privo di proteine animali dalle mense aziendali e un ebreo potrà assentarsi da lavoro il venerdì sera per prepararsi alle celebrazioni del Sabbath. Nel Regno Unito la Equality and Human rights commission (Ehrc), una struttura paragovernativa, ha diffuso un documento fra manager e capi d’azienda, per ricordare loro le varie sentenze arrivate dalla Corte europea dei diritti umani e per fare in modo che in Gran Bretagna questi diritti dei lavoratori vengano tutelati.
Il documento, che ha quasi valore di legge del lavoro in quanto riassume le pronunce europee, arriva a pochi mesi dalla vittoria alla Corte di Strasburgo di Nadia Eweida, una dipendente della British Airways che fu licenziata per aver indossato una croce cristiana sul luogo di lavoro. Per l’azienda la dipendente non aveva rispettato il regolamento sull’uniforme. Per la Corte, che ha dato ragione alla donna, si è trattato di un chiaro caso di discriminazione. Il dibattito fu ampio nel Regno Unito e persino la politica parlò della vicenda. A pochi giorni dalla decisione della polizia di Manchester di tutelare dai “crimini d’odio” anche le “subculture” giovanili come punk, emo, dark o metallari, intanto, a colpire di più, sono gli aspetti più peculiari del documento dell’Ehrc.
I druidi, innanzi tutto: nel Regno Unito, migliaia di persone credono in questa religione pagana. Esistono circoli diffusi sul territorio, siti Internet sui quali è persino possibile seguire dei corsi online, a ogni solstizio si tengono frequentatissimi incontri in luoghi ritenuti “magici”. Ora, appunto, secondo la commissione, un druido potrà assentarsi da lavoro per seguire un rito e non potrà essere vietata la propaganda con volantini e affissioni. I vegani, poi: le mense aziendali dovranno attrezzarsi per garantire un cibo adatto anche a chi non vuole avere nulla a che fare con gli alimenti di origine animale. Altra “comunità” ricordata dal documento è quella degli ambientalisti. Un dipendente non potrà più essere ripreso o punito per non aver voluto prendere un aereo per motivi di lavoro – si sa, gli aerei producono molta Co2 – e allo stesso modo non gli si potrà vietare di “sgridare” un collega che si reca in ufficio in macchina. Tutti principi stabiliti da sentenze di Strasburgo e che ora, appunto, sono stati messi tutti insieme in un unico documento.
Per difendere le aziende da sempre più costose cause legali – questo pare essere il motivo di fondo – la commissione, tuttavia, ha pensato pure alle religioni o ai “credo” più tradizionali. Così, ci sono indicazioni anche per cristiani, ebrei e musulmani, così come per gli atei. Le croci al collo non potranno essere vietate, appunto, e chi crede in Dio non potrà essere forzato a smettere di parlarne con colleghi e superiori. “Quello che deve essere tutelato è più di un’opinione o di un punto di vista – ha scritto nel preambolo la commissione – e dovrebbe essere genuinamente e sinceramente tenuto in massimo rispetto in una società democratica”. La guida per datori di lavoro e manager, inoltre, mette il naso anche nella controversa questione degli operatori sanitari religiosi. Un’infermiera potrà d’ora in poi recitare una preghiera con un paziente, sempre che questi sia d’accordo. Non si parla di obiezione di coscienza, la questione è troppo delicata per essere regolamentata da un documento della commissione, così medici musulmani maschi non potranno rifiutarsi di visitare le donne, e così via. I datori di lavoro, però, sono stati messi sull’attenti. All’ora della preghiera ogni musulmano avrà il diritto di assentarsi dal lavoro, così come un ebreo potrà prendersi del tempo per celebrare le sue feste.