Una stretta di mano in pubblico, oltre mezz’ora di colloquio prima, lontano dalle telecamere e dai microfoni. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi parlano insieme, anche se cosa si siano detti di preciso ancora non è noto. L’occasione per l’incontro è il memorial per i cento anni di Pietro Barilla al Teatro Regio di Parma, a cui entrambi erano invitati, lo scambio avviene proprio tra la platea e i palchi blasonati prima dell’inizio dello spettacolo.
Il sindaco di Firenze aveva lanciato la sfida al voto a Berlusconi. E a Parma, piccolo reame a Cinque stelle in cui la scorsa primavera il sindaco Federico Pizzarotti ha spazzato via i candidati dei partiti tradizionali, compreso il Pdl, Silvio Berlusconi scalda i motori per la sua campagna elettorale. Prima dello scambio con Renzi, l’ex presidente, fischiato da qualche contestatore al suo arrivo, ha tenuto banco alla conferenza per ricordare la figura del patron Barilla, che conosceva di persona (“Pietro era un grande imprenditore e un grande amico”). Ma dal ricordo personale il riferimento è scivolato velocemente al proprio impegno elettorale, con l’aneddoto di come Pietro Barilla commentò la sua discesa in campo. “Quando nel ’93, pochi mesi prima di morire, lo informai della mia intenzione – ha raccontato Berlusconi – dopo che era successo quello sconvolgimento della politica italiana e c’era un partito legato a un’ideologia che non mi faceva dormire che rischiava di prendere il potere in Italia, lui mi disse: ‘Vuoi metter le mani in pasta nella politica? Te ne faranno di tutti i colori’”. E Berlusconi ha aggiunto prontamente: “Devo dire che me ne hanno fatte e me ne stanno ancora facendo anche di più”.
L’ex presidente è l’unico a intervenire al di fuori del tavolo dei relatori, tutti concentrati a ricordare con solennità e commozione la figura di Pietro, quel Barilla che con il suo lavoro e le sue idee innovative sulla comunicazione riuscì a trasformare l’azienda di famiglia in un marchio conosciuto in tutto il mondo, portando il nome della cucina italiana oltre i confini nazionali. Ci sono il figlio Guido Barilla, che con i fratelli porta avanti l’esempio del padre, il sociologo Francesco Alberoni, che all’amico Pietro ha dedicato un libro biografico, Giovanni Minoli che ha ideato e condotto lo spettacolo “Pietro. Cent’anni avanti”, interpretato da Luca Zingaretti, Margherita Buy, Alessio Boni, con la voce di Tosca e la regia di Emanuela Giordano.
La giornata è per l’azienda simbolo della Food Valley, in platea ci sono i nomi della Parma che conta, ma per l’occasione a fare clamore nel foyer non sono gli industriali, tra cui anche Luca Cordero di Montezemolo, ma i nomi della politica italiana. Renzi, assente in conferenza stampa, arriva prima dello spettacolo e per prima cosa incontra proprio l’ex presidente del consiglio in uno dei retropalchi del Regio. Oltre mezz’ora, top secret i temi trattati. All’uscita dal colloquio con Berlusconi, Renzi scambia anche due battute con il sindaco Pizzarotti. “Come va con l’inceneritore? – gli chiede – tanto lo sai come la penso a riguardo”. E poi sfida il collega Cinque stelle sui tagli alla politica: “A Firenze abbiamo ridotto il numero degli assessori, vediamo se riuscite a farlo anche voi”. Il primo cittadino di Firenze sorride, ma non risponde alle domande dei giornalisti su quello che si è detto con Berlusconi.
Poi la scena torna alla Barilla, e anche la politica scende in platea per assistere allo spettacolo organizzato per Pietro, che il 16 aprile avrebbe compiuto cento anni. La serata al Regio (il cui ricavato andrà a favore dell’Ospedale dei Bambini di Parma intitolato a Pietro Barilla) era solo il primo atto di una serie di celebrazioni che continueranno anche nei prossimi giorni a Milano e a Parma con convegni e iniziative.
di Silvia Bia e Martina Castigliani