Politica

M5s, Grillo: “Ci chiedono fiducia ma non di governare. E vogliono comprare i nostri”

Da Zappola Beppe Grillo lancia la sua accusa contro la compravendita dei parlamentari: "Volevano comprarci, non governare"

Non è lo Tsunami Tour, ma ci assomiglia. Solo parole più morbide e voglia di incontrare gli elettori. Beppe Grillo ricomincia il tour per le piazze del paese partendo da Zoppola, in Friuli Venezia Giulia per una giornata di comizi in vista delle elezioni regionali che si concluderà in serata sulla diga del Vajont. Si ricordano i cinquant’anni della tragedia che ha sconvolto l’Italia e il leader M5S ha voluto essere presente. Ma le prime parole sono di spiegazione per una situazione politica italiana che è sempre più complessa. “Ci hanno chiesto la fiducia, non certo di governare. E poi hanno cercato di comprare i nostri parlamentari. Non escludo che ne perderemo anche qualcuno”. Cammina tra la folla nella piazza davanti alla chiesa del piccolo paese e risponde a domande, qualche critica e a tante pacche sulle spalle. “Ricordatevelo. Non cambiamo i nostri punti solo perché ora siamo in Parlamento. Non date a noi la colpa per quello che è successo in tutti questi anni”. 

Sceso dal camper, il primo commento va al risultato delle Quirinarie, le elezioni online per scegliere il Presidente della Repubblica. “Al primo posto Milena Gabanelli – dice il leader – è un segnale forte che i nostri elettori volevano dare a questo paese. Il cambiamento continua”. Beppe Grillo arriva poco dopo le 12 nel piccolo paese di Zoppola. Un tour come ai vecchi tempi, in pieno spirito da campagna elettorale. E le prime parole vanno proprio alla scelta del candidato Presidente della Repubblica: “Sono contento. Ancora non mi sono sentito con Milena Gabanelli. Ma è bello vedere che i nostri elettori hanno scelto una signora come la giornalista. Una persona scomoda al potere e che fa il suo lavoro con grande serietà”. E nel caso la giornalista non dovesse accettare la carica, dietro seguono altrettanti nomi illustri. “Secondo è arrivato Gino Strada, un medico che ci stimano in tutto il mondo. Non sarebbe certo un ripiego. E poi Rodotà, vedremo come andranno le cose. E’ stato meraviglioso vedere la vostra partecipazione in rete”.

Poi risponde anche al New York Times che aveva accusato il Movimento di essere “un pericolo per l’Europa. “Io non sono un terrorista – spiega Grillo -. Il Nyt mi dipinge oggi come uno degli uomini più pericolosi del mondo, io lo sono per i disonesti, i faccendieri, i banchieri. Sono un pericolo perchè uso il buon senso – aggiunge poi – ma sono milioni in Europa i cittadini che la pensano come me. Non si può morire in un angolo strozzati dagli interessi. Bisogna discutere e io sono qua per dare una mano”.

Nella piazza, un centinaio di persone radunate per ascoltare il comizio. Poco distante un banchetto della Lega Nord in giorno di mercato. In Friuli si vota i prossimi 21 e 22 aprile: elezioni comunali e regionali, per l’ennesima scelta che vedrà i cittadini esprimersi direttamente. E i toni di Beppe Grillo si ammorbidiscono: “Sono stato bravo? Non ho detto nemmeno una parola volgare. Urlo solo un po’. Ma sono qui per chiedervi di impegnare il vostro tempo per il cambiamento. Io l’ho fatto in prima persona. Guardatemi, ero un comico, e adesso? Sentite qualcosa di comico in quello che dico? Vi faccio ridere?”. Dei comizi dello Tsunami Tour mancano le battute, i commenti alla politica per strappare una risata. Da due settimane è sotto stretta tutela, dopo le minacce ricevute dal pm Di Matteo che dicevano: “No froci e comici e al governo”. “Adesso – continua Grillo – ogni volta che esco devo avvisare i carabinieri. Dire dove vado e cosa faccio. La mia famiglia è preoccupata”.

Il gioco si fa serio, dice il leader e lui non ha intenzione di tirarsi indietro. Anche se continua a rifiutare ogni carica politica. “I nostri parlamentari stanno lavorando duro. Seguiteli. Hanno un programma e a quello ci stiamo attenendo. Pensavate davvero che una volta finita la campagna elettorale dicessimo cose diverse?”. Il comizio è tra la folla. Beppe Grillo si sposta senza palco e controllato a vista dal suo staff. Qualche malumore: “Beppe – dice Elena, madre disoccupata venuta solo per incontrare il leader del Movimento – ti prego, perché non vuoi che i tuoi vadano in televisione? Non lasciare che gli altri occupino tutti gli spazi. Non sempre i cittadini possono permettersi il computer o internet”. Il leader a 5 Stelle lascia il microfono e alla fine dell’intervento risponde, ricordando il perché la televisione non può essere la tribuna di comunicazione del suo gruppo: “L’ho fatta per anni io la tv. Non possiamo mescolarci con loro. Vuol dire mettere la nostra faccia al loro fianco. Usiamo la rete, è l’alternativa vera e democratica”.

Strette di mano e un barattolo per raccogliere monete che finanzino la campagna elettorale e le iniziative del Movimento. “Fatemi fare un ultimo appello – conclude Grillo prima di partire per la prossima tappa – voglio farlo ai mezzi di comunicazione. Date tregue ai nostri ragazzi. Sono giovani, ce la stanno mettendo tutta. Date dignità e la giusta dimensione al Movimento e noi parleremo con voi. Questa considerazione ce la meritiamo”.

di Martina Castigliani ed Emiliano Liuzzi