“Se le banche in alcuni Paesi non prestano a tassi ragionevoli, le conseguenze per l’Eurozona sono gravi”. Anche il governatore della banca centrale europea, lancia l’allarme per la stretta al credito adoperato dalle banche private. Draghi sottolinea come questo sia: “un enorme problema per le piccole e medie imprese, che rappresentano il 98% delle aziende in Eurolandia, il 75% dell’occupazione e in genere non hanno alternative ai finanziamenti bancari”. Poco dopo specifica come le Pmi pagano in Spagna e Italia tassi di interesse del 6% su prestiti da 1.5 miliardi in due anni, mentre in Francia e Germania le aziende ne pagano il 3.5%.
Tassi di interesse al limite dell’ “usura”, verrebbe da pensare, mentre oggi Giorgio Squinzi, rincara la dose ricordando come i fallimenti delle imprese, sono raddoppiati in cinque anni e le banche sono sempre più selettive nel concedere prestiti.
Selettività che proviene dalla forte sfiducia per la situazione economica vigente e che stenta a sbloccarsi, soprattutto se lo sblocco deve partire dalle banche private, le quali hanno pensato bene di utilizzare i prestiti pompati dalla Bce a tassi di interesse agevolati (non al di sopra dell’1%) per acquistare titoli del tesoro molto più redditizi. Creando profitti con i soldi della Bce e fungendo da semplici intermediari finanziari.
Le banche private non sono affidabili a quanto pare, e le imprese hanno bisogno di credito, quindi perché non pensare ad una banca pubblica. Oggi quasi tutti hanno rimosso il caso Mps, eppure la banca senese salvata con i Monti Bond (prestito da 3.9 miliardi con restituzione a tassi di interesse dal 9 al 15%) potrebbe diventare un perfetto esempio di banca pubblica. Con la cifra impegnata dal governo Monti, lo Stato italiano poteva diventare di gran lunga il primo azionista della banca.
Come afferma Vladimiro Giacché questa soluzione poteva avere un duplice effetto per lo Stato: “tutelare il proprio investimento, e nel contempo ripristinare il principio secondo cui il credito è una public utility, un bene pubblico di importanza strategica per il paese”. Il razionamento del credito è un problema che non si esaurisce negli interventi di emergenza, poiché questo vale anche per i crediti a medio-lungo termine.
Per questo motivo occorre creare una banca pubblica di sostegno alle imprese, la stessa Germania non ha mai smesso di utilizzare la Kfw (la più grande banca pubblica che fa credito alle imprese) quindi perché noi non dovremmo cominciare ad attrezzarci di conseguenza?