Scienza

Staminali, Nature: “No a malati come cavie. Italia ascolti monito”

La rivista scientifica, in un editoriale sul sito, attacca nuovamente il decreto Balduzzi. "E' sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali e alimentare false speranze di rapide guarigioni". Gli strali della rivista scientifica diretti anche contro il Vaticano per meeting sulle staminali adulte

Poco meno di un mese fa la rivista scientifica Nature aveva descritto gli scienziati come inorriditi dal decreto Balduzzi sulle cellule staminali. Oggi una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo ritorna sul tema con uguale forza. Il Vaticano e il Parlamento italiano “sfruttano malati terminali e disabili per creare false speranze di una rapida guarigione”. Un’accusa pesantissima che è contenuta in un editoriale pubblicato sul sito di Nature, che si scaglia sia contro il secondo meeting internazionale sulle staminali adulte che si è tenuto in Vaticano lo scorso 11 aprile sia le decisioni prese dal Senato sul metodo Stamina. Il decreto, così come modificato, prevede la terapia per al massimo 18 mesi e solo per malattie rare; escludendo di fatto i pazienti affetti da Alzheimer e Parkinson. 

Nell’articolo, intitolato ‘Smoke and mirrors’ (fumo e specchi), si attacca il convegno presso la Santa Sede, giudicato un “palcoscenico senza vergogna dove bimbi malati sono stati mostrati in televisione insieme a aziende impegnate nelle staminali e scienziati disperati, per veicolare il messaggio che le applicazioni cliniche delle terapie a base di staminali vanno accelerate”. Lo stesso giudizio negativo è riservato a ‘”ciò che succedeva a un chilometro dal convegno”, e cioè all’approvazione da parte del Senato del decreto Balduzzi sul metodo Stamina. In particolare è finito nel mirino un emendamento che equipara le cure con le staminali ai trapianti, che metterebbe il nostro paese “fuori dalle regole dell’Unione Europea e dell’Fda”.

“Poche settimane dopo la fumata bianca che in Vaticano ha annunciato l’elezione del nuovo Papa – si legge nell’editoriale, che non è firmato – una cappa ancora più cupa incombe sulla Città eterna. Una nebbia di confusione e di informazioni fuorvianti in materia di terapie a base di cellule staminali”. La rivista sottolinea come la ricerca sia ancora lontana dall’aver trovato le cure: “Le staminali aiuteranno a trovare le terapie per molte malattie incurabili – conclude l’articolo – ma ancora siamo ben lontani da questo punto, qualunque cosa dicano i segnali di fumo”. “Molti scienziati in tutto il mondo sono scioccati  – prosegue l’editoriale – da quello che sta succedendo a Roma, e giustamente. E’ sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali e alimentare false speranze di rapide guarigioni. Ed è sbagliato cercare di usare questi pazienti come animali da laboratorio, bypassando le agenzie regolatorie, come il Parlamento italiano sembra voler fare”. 

“Trattamenti non regolamentati, come quelli offerti su base compassionevole dalla Stamina Foundation di Brescia, in Italia – prosegue l’articolo – sono preoccupanti”. Dopo il via libera del Senato al Dl, dunque, “la seconda Camera del Parlamento italiano deve ascoltare il monito indipendente degli esperti prima di votare per una ‘deregulation’ delle terapie con staminali”. Nell’editoriale si ricorda come i parlamentari del Senato, “il 10 aprile, hanno modificato un decreto già controverso con una clausola che svincolerebbe le terapie a base di staminali da ogni supervisione regolatoria, riclassificandole come un trapianto di tessuti”, invece che come somministrazione di trattamenti paragonabili a medicinali. “Se la seconda Camera del Parlamento approva questo emendamento, l’Italia entrerà in disaccordo con le regole dell’Unione Europea e della Food and Drug Administration americana, che definiscono le cellule staminali modificate al di fuori dal corpo come farmaci”.

Sull’argomento era intervenuto anche il premio Nobel per la Medicina Shiny Yamanaka, un luminare nella ricerca nel campo delle staminali: “La decisione di somministrare un trattamento non dovrebbe essere presa al di fuori di una sperimentazione clinica controllata, senza dati sulla sicurezza e l’efficacia”.