L’attentatore di Boston potrebbe avere un volto. Una “persona sospetta legata” alle bombe esplose durante la maratona sarebbe stata identificata e arrestata grazie alle immagini di alcune telecamere a circuito chiuso e a quelle di una tv della città. Secondo la Cnn fonti investigative parlano di “svolta impressa alle indagini” arrivata grazie ad alcuni video delle telecamere di un grande magazzino Lord and Taylor a Boylston Street e dai fotogrammi ripresi da una televisione. Immagini che starebbero aiutando a chiarire quanto avvenuto poco prima delle due esplosioni che hanno ucciso tre persone e fatto oltre 180 feriti. Ma la notizia diffusa è stata smentita sia dalla polizia locale che da fonti governative.
Gli inquirenti, secondo il Boston Globe, hanno a disposizione l’immagine del sospetto mentre porta e probabilmente lascia per terra una borsa nera vicino luogo della seconda esplosione, quella più distante dalla linea del traguardo della maratona. L’emittente statunitense precisa che il sospetto individuato “sarebbe un uomo dalla pelle scura. Era vestito di nero e scappava dalla scena”. Mentre secondo la Cbs il ricercato individuato è un maschio bianco che avrebbe posato uno zaino per terra mentre parlava al telefono. L’uomo, un bianco alto poco più di un metro e ottanta, di corporatura media, indossava una giacca nera, una felpa grigia con cappuccio e un berretto da baseball bianco indossato all’indietro. Secondo la Cbs sarebbe ricercato o come testimone o come sospetto perchèéil momento della telefonata risale all’istante in cui è scoppiata la prima bomba.
Gli ordigni utilizzati fanno pensare agli investigatori al gesto di un ‘lupo solitario’. Visto il carattere rudimentale delle bombe e la facile reperibilità delle componenti degli ordigni (a partire dalla polvere usata), gli esperti tenderebbero quindi a privilegiare la pista del terrorista che si è costruito le bombe da solo, servendosi di una ‘ricetta’ ampiamente pubblicata online. Tutto infatti fa pensare a una bomba ‘fatta in casa’: dal timer, alla miscela che compone l’esplosivo, al contenuto della bomba fatto di chiodi, sfere e altri frammenti metallici. Oltre alle pentole a pressione usate come contenitore. In particolare l’esplosivo usato sarebbe “a bassa velocità”, fatto di polveri come quelle che si trovano anche in petardi o materiale pirotecnico. A conferma che le indagini sulla strage puntino a “un terrorista interno” ci sono anche le dichiarazioni al Washington Post del senatore repubblicano Saxby Chambliss dopo un briefing dei servizi di intelligence.
Intanto proprio riguardao alle due pentole a pressione il quotidiano El Pais pubblica alcuni particolari sono di marca Fagor, prodotte in Spagna, di una capacità di 6 litri e piuttosto comuni negli Stati Uniti, dove se ne vendono circa 50mila esemplari l’anno. Il quotidiano spagnolo cita fonti dell’Fbi, che sta esaminando una serie di prove nella sua sede di Quantico, in Virginia. Il presidente Barack Obama e sua moglie Michelle saranno nella città per prendere parte alla cerimonia interconfessionale per le vittime dell’attentato della maratona, ma andranno anche a visitare i feriti. “Il presidente è interessato a visitare uno o due ospedali, e così Michelle Obama”, ha annunciato il governatore Deval Patrick.