Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta presentata dalla Procura di Bologna. L'ex sindaco era stato accusato dagli inquirenti per la sua nomina a presidente del cda di Leasys di cui Fiat era azionista, che a sua volta era titolare di Irisbus, l'azienda che vinse l'appalto indetto dal Comune per fornire i mezzi di trasporto incriminati
Giorgio Guazzaloca esce definitivamente dall’inchiesta sul Civis. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Santucci ha infatti accolto la richiesta di archiviazione presentata a gennaio dalla Procura di Bologna. L’ex sindaco, il primo non di sinistra della città, in carica dal 1999 al 2004, era stato accusato dagli inquirenti di corruzione nell’ambito delle indagini sul tram su gomma che avrebbe dovuto attraversare la città.
La richiesta da parte dell’accusa di chiudere le indagini sull’ex primo cittadino arrivò dopo la bocciatura da parte del tribunale del Riesame prima e della Cassazione poi di due richieste di sequestro a carico di Guazzaloca. Nel motivare quelle decisioni i giudici avevano smontato le accuse della Procura che si basavano soprattutto sul posto avuto da Giorgio Guazzaloca nel Cda della società Leasys, di cui Fiat era azionista.
L’azienda del Lingotto è anche titolare di Irisbus, l’azienda che vinse l’appalto indetto dal comune di Bologna per fornire i mezzi del Civis. La tesi del’accusa era questa: la nomina dell’ex sindaco a presidente del cda di Leasys era il compenso per aver fatto approvare il progetto del tram su gomma per Bologna. Ma il tribunale del riesame, come detto, aveva smontato quella ricostruzione: la nomina di Guazzaloca era arrivata su indicazione di Enel, socio di maggioranza di Leasys.
Archiviata anche la posizione di Enrico Biscaglia, ex direttore generale del Comune e quella dei dirigenti della ditta Maresca e Fiorentino.
Si attende invece l’udienza preliminare per gli altri indagati rimasti coinvolti nell’inchiesta. Presto infatti andranno davanti al giudice Piero Collina, numero uno del Consorzio cooperative costruzioni (che assieme a Irisbus vinse l’appalto), Vincenzo Lasalvia e Giuseppe Amaturo di Irisbus, Maurizio Agostini, Paolo Vestrucci e Claudio Comani, (ai tempi dirigenti Atc, la società dei trasporti bolognesi). Tra le accuse la più grave per tutti è quella per corruzione.