Egregio onorevole Bersani,
Le scrivo per porle alcune semplici domande riguardo ai due stringenti passaggi politici che il Paese ha di fronte, ovvero l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e la formazione di un Governo.
Leggendo altri miei scritti su questo blog è facile verificare che sono da sempre critico nei confronti delle scelte politiche suo partito, come lo sono, forse in modo ancor più duro, nei confronti di Grillo e Casaleggio. Ho seguito il dibattito interno del Pd e le onde sismiche che agitano il M5S. Sul governo lei ha tentato, attirandosi anche numerose critiche dai suoi, di aprire un dialogo con il M5S. Ha ottenuto un importante risultato con l’elezione dei presidenti delle due Camere, ma adesso, come per l’attivarsi di una magaria alla quale non si può sfuggire, lei e i dirigenti del Pd sembrate di nuovo stregati dall’uomo di Arcore.
Lei onorevole sa bene che un accordo con Berlusconi sarebbe la fine del Pd, ma ancor di più sarebbe la fine del centrosinistra, consegnando il Paese nella mani di Berlusconi e Grillo. Pensa che questo sia un bene? Pensa che compiere una scelta che ci condanni a subire ancora quello che abbiamo avuto per anni, dimostri senso di responsabilità verso l’Italia?
Il (fortunatamente a breve ex) presidente Napolitano e altri cantori delle larghe intese la spingono prepotentemente verso le braccia spalancate di Berlusconi, con la giustificazione che un accordo tra lei e il Cavaliere garantirebbe un governo forte capace di fare le riforme che servono all’Italia. Ebbene lei dal novembre del 2011 è stato in maggioranza con Berlusconi, sostenendo il governo Monti. Può, in tutta coscienza, dire che una coabitazione tra Pd e Pdl garantirebbe le riforme? Siete riusciti a riformare la giustizia civile? Siete riusciti a fare una legge contro la corruzione? Siete riusciti a fare una nuova legge elettorale? Una riforma della scuola, della ricerca, dell’Università? Avete affrontato in modo serio il tema del lavoro?
Non lo avete fatto perché avete idee opposte a quelle di Berlusconi su tutti questi temi, per non parlare di altro come l’informazione o il conflitto di interessi. Abbiamo visto che le larghe intese, grazie ai veti di Berlusconi, sono state foriere di immobilismo, di misure sconcertanti e in larga misura inefficaci. Crede che ripetere questo copione serva all’Italia? Non credo che sarà una falsa unità a salvare l’Italia, ma la capacità di fare scelte nette che non potranno mai essere unanimi, perché gli interessi mesi in gioco sono tra loro opposti. Gli italiani sarebbero divisi? Certo, lo sarebbero come lo sono gli inglesi, i tedeschi, i francesi gli americani…la democrazia è divisione!
Il clima nel Paese è chiaro e di facile lettura. Pensa che proporre per il Colle i nomi di Marini, Finocchiaro, Amato, Violante… sia quello che chiede il Paese. Il 25% di voti a Grillo, le preferenze espresse verso la candidatura di Milena Gabanelli non vi dicono nulla? Possibile che in un paio di settimane i dirigenti del Pd abbiano dimenticato la batosta elettorale, la volatilizzazione di un vantaggio che pareva incolmabile e mostrino una coazione a ripetere che porterà al disastro?
Grillo, nelle ultime ore, ha detto che se il Pd votasse Stefano Rodotà, si riaprirebbe il discorso sul governo. Accetti la sfida. Un governo di coalizione tra Pd e M5S è quello che in grandissima parte chiedono gli italiani (guardi i sondaggi onorevole Bersani) su un programma spurgato delle esasperazioni antieuropeiste, ma che affronti in modo diverso dai desiderata dei circoli finanziari la terribile congiuntura che abbiamo di fronte. Il Pd invece guarda a Berlusconi. Per fare che cosa? Verrebbe da dire, citando la sua nota battuta: “Uè ragassi ma siete matti?“
Mi permetta di rivolgerle un appello. Lei è un uomo che non ha paura. Prenda il suo coraggio e lo usi, ora adesso. Abbia coraggio onorevole Bersani, il coraggio di essere quello che lei è, il leader di un grande partito che aspira a guidare su contenuti nuovi e di sinistra questo Paese. Abbia il coraggio di fare il suo mestiere e dica a i suoi che con Berlusconi gli accordi non si fanno e dica che da subito si voti un galantuomo, una persona sulla cui competenza non vi sono ombre. Si voti un Presidente attorno a cui – come avvenne per Sandro Pertini – gli italiani si sappiano stringere e ritrovare per uscire da questa seconda notte della Repubblica.
Trovi il coraggio per chiudere con i bizantinismi, con gli sherpa e i pontieri; trovi il coraggio per votare lei e il suo partito, Stefano Rodotà come nuovo Capo dello Stato. Il resto sarà nuovo, forse – come dice una canzone che certo conosce – sarà “festa d’aprile”.