Il tempo sta per scadere: entro il 2015 è necessario che le emissioni di CO2 e degli altri gas serra comincino a diminuire se vogliamo avere alcune chance di limitare l’aumento della temperatura del pianeta sotto i 2° gradi centigradi. Il Summit di Rio+20 del giugno 2012 avrebbe dovuto rappresentare un punto di inizio per iniziare un nuovo cammino e una svolta per il clima; invece è stato un vento passeggero, che niente ha lasciato – a meno che il movimento internazionale per il clima generi un livello senza precedenti di pressione politica sull’azione per il clima.

Questo il presupposto che dà l’avvio al Global Power Shift: un sussulto di scala globale, una serie di manifestazioni coordinate globalmente, ma realizzate localmente per cambiare la strada del pianeta partendo dai singoli Stati, e vincere la sfida dei cambiamenti climatici. L’idea viene dalla no-profit 350.org, di cui fanno parte Bill McKibben e James Hansen, da anni attiva per formare un network globale di attivisti sul clima. In Italia sono presenti attraverso l’Italian Climate Network, che si occuperà di coordinare anche il Global Power Shift: la partecipazione è aperta a ogni singolo e ogni organizzazione che voglia contribuire attivamente. La prima fase del Global Power Shift si svolgerà a giugno a Istanbul, dove gli organizzatori nazionali si riuniranno per decidere insieme la strategia; poi, di ritorno nei propri Paesi, la strategia sarà riadattata alla scala locale.

Il Global Power Shift nasce da una serie di eventi realizzati in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Giappone e alcuni Stati europei e africani. Il primo è stato organizzato negli Stati Uniti nel 2007 dall’Energy Action Coalition, con la partecipazione di circa 6.000 attivisti arrivati da tutto il Paese per corsi di formazione e una giornata di lobbying a Capitol Hill. Il secondo evento americano è del 2009; nel terzo il numero di attivisti arrivò a 11.000. Nel frattempo, l’idea si è diffusa a livello internazionale, adottata prima dell’Australian Youth Climate Coalition, poi dall’Indian Youth Climate Network.  Un elemento determinante nella diffusione della campagna sono stati i gruppi giovanili per il clima: anche in Italia si sta formando una sezione giovanile, l’Italian Climate Network – Youth, che parteciperà attivamente nell’organizzazione del Power Shift italiano.

“Abbiamo bisogno di una dimostrazione di massa, che forzi lo status quo e catturi l’immaginazione del pubblico. L’obiettivo, per quanto ambizioso, è raggiungibile – dicono gli organizzatori di 350.org – Con tutte le organizzazioni, attivisti e network in quasi ogni Stato del mondo, il movimento per il clima ha la potenzialità di facilitare questa ondata globale: è tempo di realizzare il potenziale.”

Volete partecipare e/o contribuire con idee, dare una mano nell’organizzazione, o anche solo a promuovere gli eventi con un like su Facebook? Scriveteci a info@italiaclima.org!

* di Veronica Caciagli,  presidente Italian Climate Network – Presidente dell’Italian Climate Network, appassionata alle politiche riguardanti i cambiamenti climatici e progetti di riduzione e compensazione delle emissioni di CO2. Ha lavorato come Climate Change Officer presso il Consolato Britannico di Milano, dal giugno 2011 è Italy Outreach Coordinator del movimento 350.org. Attualmente svolge attività come libero professionista su progetti di riduzione delle emissioni di CO2; insegnamento in corsi e master; consulenza per standard di sostenibilità; giornalismo ambientale. Si sta appassionando ai social network come canali di diffusione di idee, utilizzando Facebook , Twitter  e Linkedin

 

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