Ricomincia dopo tre anni la kermesse cinematografica di Pozzuoli, in provincia di Napoli. 40 film in concorso, selezionati tra circa 500 lavori iscritti da 52 Paesi di tutto il mondo si contenderanno il premio come "miglior film" e “miglior cortometraggio italiano”. Alle proiezioni si alterneranno spettacoli teatrali, incontri e dibattiti sul femminicidio
L’obiettivo è sempre stato chiaro: promuovere talento e creatività femminile. Ma, raccontano gli ideatori, il dubbio iniziale era: fare “un festival a cui possono partecipare solo registe donne in cui si può parlare di tutto, oppure un festival aperto a tutti in cui si può parlare solo di donne? Venne accettata la prima proposta che poi si è rilevata vincente”. Così nel 2005 nasce ‘A corto di donne‘, rassegna di cortometraggi diretti da sole donne organizzata dalle associazioni ‘Quicampiflegrei’ e ‘Coordinamento donne area flegrea’. La sesta edizione, dopo tre anni di pausa, andrà in scena a Pozzuoli, in provincia di Napoli, dal 18 al 21 aprile.
I 40 film in concorso, selezionati tra circa 500 lavori iscritti da 52 Paesi di tutto il mondo, si divido nelle sezioni: animazione, documentari, fiction e videoarte. “La vocazione sociale della rassegna – spiega Giuseppe Borrone, direttore artistico – è confermata dai temi affrontati nei corti iscritti. Non solo commedie, ma tante storie che parlano di diritti negati e aspirazioni di popoli in lotta per la libertà”.
Carolina Astudillo Munoz racconta la storia della preside di una piccola scuola di Santiago del Cile che nel 1974 fu rapita e portata in un centro di detenzione dagli agenti di Stato, perché accusata di appartenere al Movimento sinistra rivoluzionaria. Una storia che le immagini e le parole non riescono a raccontare: ‘Lo indecible‘. ‘La guerra dei mariti‘ di Paola Manno documenta il confino dei “femminielli” sulle isole Tremiti durante il fascismo. Nel turco ‘The sound at the window‘ la protagonista Gülizar è stata costretta a spostarsi in una grande città, ma parlando solo il curdo non riesce a comunicare nemmeno con un medico.
La solitudine è un ricordo che fugge attraverso una finestra aperta. O almeno, così la disegnano Julia Gromskaya e Paola Luciani in ‘Fiumana‘ e ‘Island‘.
Un altro tema ricorrente è il lavoro femminile. ‘Io qui‘ di Costanza Quatriglio ritrae le vite atipiche di cinque donne: la manager straniera che viene scambiata per la tata al parco, la “barbie precaria”, la ricercatrice pendolare, la nonna full time e l’educatrice turnista. Mentre ‘Lavoro (s)velato‘ riesce, in una manciata di secondi e con un sorriso, a smascherare uno dei più radicati pregiudizi da condominio.
Infine, molti film narrano storie di affetto e sentimenti. ‘Mila‘, una ragazzina di dieci anni, con un registratore raccoglie tutte le parole, i suoni e i silenzi che la circondano. Per il compleanno del nonno tutta la sua famiglia ascolterà un suo cd: il ritmo dei problemi che i genitori di Mila non riescono a nascondere. Elisabeth, la protagonista di ‘Last round‘, vuole morire così come ha vissuto: in maniera lineare e precisa. Ma grazie a Robert, suo anticonvenzionale amico di morte, l’ultimo giorno della sua vita si trasforma finalmente nel primo.
‘A corto di donne’ assegnerà un premio al miglior film di ogni categoria, dedicando un riconoscimento speciale al “miglior cortometraggio italiano”. Alle proiezioni si alterneranno spettacoli teatrali, incontri e dibattiti sul femminicidio. Il tema sarà introdotto da ‘Forbici‘ un corto di animazione diretto da Maria Di Razza, che racconta una storia di violenza ispirata a un fatto di cronaca accaduto in provincia di Napoli nel luglio scorso.