Una guardia giurata di 42 anni ha ucciso l'ex moglie, un'infermiera madre di due bambine, sparandole attraverso il vetro dell’auto in corsa in zona Ostiense. Poi ha tentato il suicidio. Il vigilante è stato sottoposto a intervento chirurgico al cervello all'ospedale San Camillo
Femminicidio e tentato suicidio a Roma. Un uomo di 42 anni ha ucciso la sua ex-moglie, 41enne infermiera dell’ospedale Grassi di Ostia, sparandole attraverso il vetro dell’auto in corsa, dopo averla inseguita e affiancata. Poi ha tentato il suicidio.
Si tratta del terzo caso in tre giorni di violenza sulle donne: Denise Morello, 22 anni uccisa dall’ex a Treviso; Lucia Annibali, 35 anni, aggredita e sfigurata con dell’acido a Pesaro da due uomini mandati dall’ex compagno; infine, questa sera l’inseguimento in via Ostiense e la morte della donna. L’ex marito, una guardia giurata che era a bordo della propria auto, ha sparato contro la donna, al volante di un’altra macchina. Poi si è sparato alla tempia. La vittima, una romana di 41 anni, è morta mentre l’ex marito è in gravi condizioni.
Durante l’inseguimento, avvenuto sul viadotto Zelia Nuttal, la guardia giurata ha affiancato più volte l’ex moglie, con la quale aveva avuto l’ennesima lite. La donna ha prima tentato di scappare, poi è stata costretta a fermarsi ed è stata raggiunta, attraverso il finestrino, da sei colpi, sparati dall’uomo con la sua pistola di ordinanza. La vittima è stata ferita a morte al torace e al collo. Poi l’uomo si è allontanato in auto e si è sparato alla tempia.
L’uomo è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale San Camillo: a quanto si è appreso il proiettile ha trapassato la testa. I due erano separati e in passato si erano già verificati episodi di violenza. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Ostia.
La coppia aveva due figlie, rispettivamente di sei e di dieci anni. Le piccole non erano in auto al momento della sparatoria. La coppia nell’ultimo anno si era reciprocamente denunciata per questioni inerenti alla separazione. Maltrattamenti e non ottemperanza agli ordini del giudice, erano le contestazioni formulate negli esposti, ai quali non sono mai comunque stati allegati referti medici. Ad allertare i militari della sparatoria un automobilista che ha assistito a tutta la dinamica dell’omicidio: dalla discussione, all’inseguimento, ai due tentativi del vigilante di bloccare l’ex moglie, fino agli spari.