“Non capisco perché abbia così a cuore le sorti del Pd”. Matteo Colaninno sembra non aver ancora capito cosa sia la politica e cosa rappresenti un partito in un sistema democratico. Del resto lui può allegramente fottersene, probabilmente, visto che grazie al porcellum è stato parcheggiato al Parlamento lì dal padre impegnato nel salvataggio (annunciato e mai avvenuto) di Alitalia. Ieri sera da Vespa se ne è uscito con la frase decisamente infelice commentando il fervore di Peter Gomez, seduto lì con lui a Porta a Porta, che si scaldava per il suicidio del Pd cui stiamo assistendo.
“Non capisco perché Gomez abbia cosi cuore le sorti del Pd”. Non conosco i motivi di Gomez ma ritengo siano simili ai miei. E io sono proprio incazzato con il partito di Bersani, con Bersani, D’Alema, Franceschini, Letta, Bindi, Finocchiaro e via dicendo: tutti (salvo solo Veltroni anche se è colpevole di averglielo regalato) perché da venti anni sono complici e co-responsabili del fallimento del paese. Perché non hanno svolto il loro compito: fermare l’insulso berlusconismo mascherato da destra permettendo di spacciare per valori il populismo, la menzogna, i soldi facili, l’illegalità, il mercimonio, il baratto tra moralità e pochi spiccioli, che ha sdoganato l’evasione fiscale e legittimato, a parole e negli atteggiamenti, il fregare il tuo vicino, lo Stato, tutti invece di rispettare le regole e le leggi.
Il Pd deve ritenersi co-responsabile di tutto questo. Sono parecchio incazzato con questo presunto centrosinista che ha permesso alla Fornero di esodare migliaia di persone, che è stata complice di Monti nell’affossare e bloccare l’economia, che ha contribuito a coprire la verità sulla trattativa Stato-mafia, che in silenzio ha assistito alla costante lacerazione e al definitivo azzeramento del welfare state, che ha finto di non vedere i pensionati portati alla fame, le università e l’istruzione ridotta a mercato sempre più riservato ai ricchi, il ceto medio scivolare con rapidità fulminante nella povertà.
Una sinistra che ha smesso di difendere i più deboli rinunciando anche al tentare di farlo. Una sinistra succube del peggior nemico che il paese abbia avuto: Berlusconi, che ha azzerato la moralità e sdoganato comportamenti offensivi per qualsiasi uomo e donna dotati/e di una coscienza di sé come persona. Un centrosinistra incapace di contrastare dunque un nemico che mostrava il peggio di sé apertamente.
E potrei andare avanti all’infinito perché i fallimenti di questa classe dirigente sono infiniti. Ma a pensarci bene l’incazzatura diventa delusione, profonda delusione. Per aver scoperto che come dopo il peggior Partito socialista d’Europa (come cantava Gaber) ora l’Italia scopre, in questi giorni di totonomine su governo e Quirinale, la vera natura di buona parte del centrosinistra: insulsa e menefreghista, incapace di tutto, capace di niente. Pronta a spartirsi poltrone e nomine (emblematico quanto accaduto a Siena con un accordo preciso tra Pd e Pdl) e con dirigenti che ancora non capiscono perché la gente ce l’ha con il Pd.
Si pensava foste impegnati a limitare i danni degli impresentabili dell’altra parte, non che ne foste i sodali. Sarà chiaro?