Di fronte ai continui tagli agli enti locali, la Provincia di Parma alza bandiera bianca. Il presidente Vincenzo Bernazzoli e il consiglio all’unanimità hanno deciso di sospendere l’approvazione del bilancio, terminando la seduta con un incontro dal prefetto Luigi Viana. “So che questo è un atto di estrema gravità perché significa di fatto bloccare la programmazione amministrativa – ha esordito Bernazzoli di fronte all’assemblea – Ma alla luce degli ultimi tagli, ad oggi non siamo in grado di approvare il bilancio e quindi di mettere in campo risorse per la programmazione dei servizi per il 2013”.
La decisione è stata presa dopo l’approvazione del decreto legge sul pagamento delle pubbliche amministrazioni alle imprese dello scorso 8 aprile, che prevede per la Provincia di Parma un taglio di 3,3 milioni di euro che si aggiungerebbe a quello già effettuato di 5,6 milioni. Dopo la spending review che in poco più di due anni ha tolto all’ente 14 milioni di euro, questa ulteriore sforbiciata ha reso carta straccia il bilancio che con fatica la giunta provinciale era riuscita a redigere, facendo quadrare i conti riducendo al minimo le spese, alzando le tasse e perfino scegliendo di decurtare le indennità di assessori e delegati, presidente compreso. L’ente era già in difficoltà, tanto che per la prima volta il bilancio era slittato ad aprile, ma l’ultimo annuncio di tagli mette in bilico anche i servizi minimi che erano stati mantenuti nel documento low cost che prevedeva investimenti da 97 milioni e 790mila euro.
“Da anni le province hanno subito tagli su tagli, a cui abbiamo sempre cercato di far fronte riducendo gli sprechi – ha continuato Bernazzoli – Ma con questa politica a questo punto i sacrifici diventano inutili, perché i tagli sono lineari e non tengono conto degli enti virtuosi e delle situazioni reali. In questo modo non siamo in grado di dare risposte ai cittadini”. Di fronte alla riduzione delle risorse, le funzioni della Provincia rimangono a tutti gli effetti, dalle scuole alle strade fino alla difesa del suolo, con situazioni di emergenza che aggravano lo scenario, come le recenti frane che stanno martoriando l’Appennino parmense, lasciando intere frazioni isolate. Ma senza soldi, tutti gli interventi risultano impossibili. “Se si vogliono chiudere le Province, le si chiudano, ma fino ad allora siamo noi a dover gestire queste funzioni – ha continuato il presidente – In queste condizioni però non siamo all’altezza di questo compito. Per questo vogliamo batterci, per continuare a lavorare per i cittadini, a costo di restituire le deleghe allo Stato”. Non una resa definitiva dunque, ma un gesto di protesta per “continuare ad essere dalla parte dei cittadini e riuscire a dare loro le risposte che ci chiedono”.
Il presidente dalla Provincia, dopo aver sospeso l’approvazione del documento, ha marciato insieme ai capigruppo verso la Prefettura per portare le istanze del consiglio al prefetto Viana, che ricevuto la delegazione, impegnandosi in prima persona a riportare a Roma la gravità della situazione.
A rispondere al grido di allarme lanciato da Bernazzoli sono stati anche i parlamentari parmigiani del Pd Giorgio Pagliari e Patrizia Maestri, che hanno chiesto al governo di “procedere con ordine nella delicata materia del riordino del sistema delle autonomie, evitando di tagliare risorse alle Province senza preoccuparsi di come saranno tutelate funzioni delicate come edilizia scolastica e viabilità”. Pagliari porterà in Senato un’interpellanza urgente, mentre la Maestri alla Camera ha lanciato una interrogazione che ha raccolto il sostegno degli altri deputati dell’Emilia Romagna Maino Marchi, Manuela Ghizzoni, Marilena Fabbri, Emma Petitti, Marco Di Maio e Alessandro Bratti. La speranza è che i tagli per Parma, ma non solo, vengano ridimensionati.