Un centinaio di rifugiati politici ha occupato l’anagrafe centrale di Torino al grido “casa, dritti, residenza”. Da quasi tre settimane un gruppo di richiedenti asilo, fuoriusciti dai progetti dell’Emergenza Nord Africa, hanno occupato tre palazzine dell’ex villaggio olimpico al Lingotto. I rifugiati hanno tutti un regolare permesso di soggiorno, che però non permette loro di aver accesso a una serie di servizi di base, come il medico di famiglia. Senza la residenza, chi è stato allontanato dai centri di accoglienza non può iscriversi all’Asl, ha difficoltà ad accedere ai servizi dello sportello lavoro della provincia e difficilmente potrà rinnovare il permesso di soggiorno, che nella maggioranza dei casi scadrà nei prossimi sei mesi. L’assessore alle politiche sociali del comune di Torino ha fissato un incontro con una delegazione di rifugiati per la settimana prossima. “Il problema della residenza per i richiedenti asilo”, spiegavano oggi i manifestanti, “è insoluto da ben prima dell’emergenza seguita alle rivoluzioni in Nord Africa. Ci sono casi di persone domiciliate a Torino da oltre 5 anni, che ancora non hanno ottenuto i necessari riconoscimenti da parte del Comune”  di Cosimo Caridi

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