Mondo

Venezuela, Maduro giura per un Paese “libero, felice e socialista”

Proteste a suon di pentole per gli oppositori del successore di Hugo Chavez. Il Consiglio nazionale per le elezioni annuncia il riesame di tutti i voti finora non controllati

Nicolas Maduro, fino a ieri presidente ad interim del Venezuela, ha inaugurato oggi il quattordicesimo mandato presidenziale da quando si celebrano elezioni libere nel paese sudamericano, prestando giuramento solenne nella sede dell’Assemblea Nazionale (An) di Caracas. Maduro, 50 anni, che ha vinto le elezioni della scorsa domenica con il 50,75% dei voti, ha prestato giuramento accompagnato dall’ovazione di migliaia di militanti “chavisti”, che hanno intonato slogan a favore del defunto presidente Hugo Chavez e della rivoluzione bolivariana che ha lanciato.

Dopo una breve presentazione del presidente dell’An, Diosdado Cabello, in presenza dei presidenti e dei leader di tutta l’America Latina e di altre regioni del mondo, e davanti a una gigantografia del “comandante eterno” Chavez, Maduro ha giurato sulla Costituzione di “costruire una Venezuela libera, felice e socialista”.

Mentre Maria Gabriela, figlia di Chavez, consegnava a Nicolas Maduro la fascia presidenziale, dopo il suo giuramento davanti all’Assemblea Nazionale, si è sentito un “cacerolazo” (protesta a suon di pentole) in tutta la capitale venezuelana. Il suono delle pentole era accompagnato in molti quartieri dalle note di “Mentira Fresca” la canzone salsa di Willy Colon che il leader dell’opposizione, Henrique Capriles, ha chiesto oggi di far sentire in tutto il paese, attraverso il suo account di Twitter.

Proprio oggi il Consiglio elettorale nazionale ha precisato che esaminerà il rimanente 46% dei voti elettronici che non sono stati controllati dopo la vittoria di Nicolas Maduro. Il Cne ha portato a termine il conteggio del 54% dei voti elettronici e ha comunicato che Maduro ha ricevuto il 50,8% dei consensi, contro il 49% del suo rivale Henrique Capriles. “Facciamo il controllo per conservare un clima di armonia e isolare le fazioni violente che stanno cercando di danneggiare la democrazia” ha detto in un discorso televisivo Tibisay Lucena, presidente del Consiglio elettorale nazionale.