"La cosa più urgente ora è lavorare nelle 24 ore immediatamente successive al sisma, il momento per salvare vite", ha detto il premier cinese Li Keqiang. Oltre 6mila soldati sono stati inviati nella regione per i soccorsi
La terra trema in Cina. Sono le 8.02 locali (le 2 di notte in Italia), quando un terremoto di magnitudo 6.6 ha colpito la provincia del Sichuan, a sudovest del Paese. Ancora non ci sono bilanci ufficiali, ma si parla di “centinaia di vittime”. Sono i siti web e alcuni messaggi che appaiono sui microblog cinesi a fare le prime stime dei morti. Secondo i media locali, sono oltre 150 i morti confermati con oltre 5000 persone rimaste ferite.
La scossa, di magnitudo 7.0 secondo le autorità cinesi, del 6.6 secondo l’Istituto sismologico americano, ha avuto il suo epicentro nella contea di Lushan, nei pressi della città di Yàan, a 140 chilometri dalla capitale provinciale Chengdu. Secondo quanto riportano i media statali, oltre 6mila soldati sono stati inviati nella regione per collaborare con le operazioni di soccorso avviate dalle autorità locali. “La cosa più urgente ora è lavorare nelle 24 ore immediatamente successive al sisma, il momento per salvare vite”, ha detto il premier cinese Li Keqiang che si subito recato nella città di Yàan.
La zona è soggetta a eventi sismici. Già nel 2008, nella stessa regione del Sichuan, un terremoto di magnitudo 8 causò la morte di quasi 90mila persone.