Surreale, paradossale, imbarazzante. L’oncologo Mario Melazzini, assessore allea Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, 54 anni, malato di Sla da circa 10, una delle autorità che aprono i lavori del convegno assieme al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, parla dalla platea.
La ragione è molto semplice, non c’è modo di farlo salire sul palco visto che Melazzini si muove su di una carrozzina, che sebbene molto avanzata non ha ancora la strumentazione per arrampicarsi sui gradini. Niente di straordinario, per un paese che costringe tutti giorni i portatori di handicap a frustrazioni e difficoltà insuperabili, se non fosse che il convegno che Melazzini deve aprire è un Public Hearing dal titolo “Verso Milano Smart City” e non si svolgesse in uno dei fiori all’occhiello della città, il Museo della Scienza e della Tecnologia.
In parole povere, in questo consesso si parla di città intelligenti, di Expò, di bandi europei, molto di ambiente, ma anche di community e di inclusione. Qualcuno, con involontaria ironia, suggerisce come una delle opportunità economiche per l’Expò di sviluppare un turismo per portatori di handicap. Inclemente puntare il dito su questa mancanza, di fronte allo sforzo degli organizzatori. Forse se non si fosse trattato di un assessore regionale la cosa non si sarebbe notata, anche se sarebbe bastata una passerella inclinata a risolvere il problema, ma a 742 giorni dall’apertura dell’Expo (al 19 maggio 2013) questo più che un segnale di impreparazione è qualche cosa di molto più grave, che non identifica una città ma che spero faccia riflettere sull’uso dell’intelligenza (non artificiale questa volta).