L’esito delle elezioni presidenziali non ci piace. Ma vogliamo ricordare le due condizioni strutturali che hanno determinato il corso delle cose (compreso lo sfarinamento del Pd)?

1. I voti a Berlusconi, legittimi ma tanti;

2. l’indisponibilità del M5S a farsi “integrare”, legittima ma determinante.

Bersani – benedettiddio – si è coerentemente rifiutato alla “grande intesa” col caimano, incassando insulti e schiaffi da tutte le parti. L’anima nera del Pd a questo punto ha preso il sopravvento, bruciando – insieme alla candidatura di Rodotà – Marini, Prodi, l’alleanza con Vendola e la stessa segreteria Bersani.

Responsabilità, meriti e colpe sono inequivocabili. C’è poco da cercare capri espiatori e reprobi da bruciare nella pubblica piazza. A ciascuno il suo.

Ma ora si ricomincia, si deve ricominciare. La speranza è che le vicende di queste settimane, insieme a morti e feriti, lascino sul campo anche “lezioni” di cui far tesoro. Da parte “loro” innanzitutto, ma anche da parte di noi tutti cittadini, in piazza, nelle cabine elettorali e in Rete.

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