Era latitante dal 2007, ed era fratello di Maria Strangio, uccisa nel 2006. L'omicidio della donna diede inizio alla faida di San Luca, culminata nella strage di Duisburg
E’ finito in manette in Piemonte Sebastiano Strangio, boss della ‘ndrangheta latitante dal 2007. L’uomo, arrestato in Piemonte, era ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio e estorsione.
LA FAIDA DI SAN LUCA – Il boss arrestato è il fratello di Maria Strangio, uccisa nel 2006 a colpi di kalashnikov sotto casa, il cui omicidio diede inizio alla faida di San Luca. Il reale obiettivo dell’agguato era il marito della donna, Giovanni Nirta, ritenuto uno dei boss dell’omonima cosca. La faida di San Luca tra le famiglie Nirta-Strangio e il cartello Pelle-Vottari, culminata con la strage di Duisburg in Germania del 15 agosto del 2007, insanguina la zona da anni.
LA STRAGE DI DUISBURG –E’ il 15 agosto del 2007 quando, a Duisburg, in Germania, davanti al ristorante “Bruno” di proprietà della famiglia Strangio, sono sei le persone a cadere sotto i colpi di mitraglietta sparati dai killer. Tommaso Venturi, 18 anni, Francesco e Marco Pergola di 22 e 20 anni, Francesco Giorgi, 17 anni, Marco Marmo, 25 anni, e Sebastiano Strangio di 39 anni perdono la vita nell’agguato che è la risposta all’omicidio di Maria Strangio. Per questo agguato vennero condannate all’ergastolo 8 persone.
L’ARRESTO – L’arresto di Strangio è stato portato a termine dalle squadre mobili di Reggio Calabria e di Alessandria. La polizia, che stava osservando i suoi movimenti da alcuni giorni, lo ha bloccato all’uscita di un bar, dove aveva appena consumato un caffè. Il boss, che non era armato, ha fornito agli agenti una patente falsa, ma quando è arrivato negli ufficio della Questura ha ammesso la sua identità: “Sì – ha detto – sono Strangio”.
CONGRATULAZIONI DEL MINISTRO CANCELLIERI – “Voglio ringraziare le Forze dell’ordine e la Magistratura per l’arresto di un pericoloso latitante come Sebastiano Strangio che segna una fase importante di una più ampia azione di contrasto avviata nei confronti di pericolosi cartelli criminali della ‘ndrangheta calabrese”. Con queste parole il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri si è congratulata con le sqaudre che hanno messo fine alla latitanza di Strangio. La polizia ha deciso di dedicare l’arresto ad Antonio Manganelli, ex capo della polizia morto un mese fa.