Prima di finir male, in effetti riescono a far sì che un giornalista televisivo mandi in onda la morte dello stesso Eddie-De Niro, ripresa dal freddo occhio della videocamera. Perché per qualcuno che pensa che con la violenza si possa arrivare alla ribalta, c’è in effetti qualcun altro che sfrutta i casi estremi per fare ascolti.
“Crimine e caos portano fama e potere”, era lo strillo che accompagnava il lancio del film in America. Lavoro di non spiccata qualità, ma che prende di petto alcuni folli processi stimolati dalla società dello spettacolo: cosa siamo disposti a fare per avere i nostri 15 minuti?
Quanto valgono le immagini in questo inquietante scenario di gloria? Se la strage di Columbine, del 1999, è stata uno spartiacque nel mostrare – grazie alle telecamere a circuito chiuso – quel che accadde nella scuola del Colorado, il regista non poteva prevedere che poco dopo l’uscita del film altre e ben più grandiose immagini in diretta avrebbero scosso il mondo, quelle delle Torri Gemelle l’11 settembre.
E che il video postato su youtube dal pazzo di turno prima di una strage sarebbe diventata una tetra prova sia della fame di celebrità che della potenza del mostrare in un mondo sempre più voyerista.
il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2013