Conferenza stampa del leader del M5S a Roma dopo le proteste di ieri. "L'applauso dopo l'elezione del presidente della Repubblica? Un applauso di scherno dei partiti a se stessi"
Dopo aver parlato di “colpo di stato” in occasione della rielezione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica, appena arrivato dalla campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia, Beppe Grillo aggiusta il tiro sul significato delle parole. “Dobbiamo intenderci sulla semantica – spiega – Ieri sera abbiamo assistito a qualcosa di inconsueto: si sono riuniti i leader dei partiti e hanno deciso di rieleggere Napolitano. Mai nessuno però è stato in carica per 14 anni, nemmeno Chavez. Napolitano era molto stanco e convinto di mollare. E’ avvenuto uno scambio”. Lo scopo, dice chiaramente, è “quello di salvare il culo a Berlusconi e a Mps. Stanno rubando un anno di tempo al Paese – dice ancora – ma il paese non ci arriva all’anno prossimo”.
LA PIAZZA – Una situazione inconsueta per il leader del Movimento 5 stelle che per la prima volta da tempo si sottopone a tutte le domande dei giornalisti che affollano la sala romana in cui si tiene la conferenza stampa. Le prime battute sono proprio per i giornalisti, “quelli che ci hanno mandato al 54° posto nella classifica per la libertà di stampa”. Grillo li chiama uno ad uno, scherzano. Poi si passa alle cose serie, con quella dichiarazione sul golpe che ritorna. “Rodotà non si è smarcato – spiega l’ex comico – semplicemente c’era preoccupazione per quello che poteva capitare a Roma. Io non ho fatto nessuna marcia su Roma, sono arrivato nella notte dal Friuli per incontrare oggi i militanti”. Il tema della piazza entra e esce dalla conversazione più volte. Torna, per esempio, quando si parla della manifestazione di questo pomeriggio nella capitale. “Spero – dice Grillo – che non ci saranno infiltrati in piazza. Bisogna stare calmi e anche io mi calmerò: non dirò più parolacce, siamo ghandiani ma no coglioni…”.
LA POLITICA – Perché non avete votato Prodi, gli chiedono ancora i cronisti. “Perché lo avevamo già sperimentato”. A chi invece chiede perché il movimento non si sia accordato subito per un esecutivo con Bersani, il leader del M5s risponde: “Non c’è stato uno scambio, Bersani è venuto da noi a fare scouting, a comprare voti. E allora noi continuiamo per la nostra strada. Se Bersani ci avesse chiesto di fare un governo insieme, noi ci avremmo pensato”. A metà tra l’ironia e le risposte a decine di domande, Grillo torna ancora sull’ormai ex segretario democratico: “A me di Bersani dispiace, non gioisco del fatto che il Pd si sia spaccato. Bersani deve fare scouting su se stesso, deve dirsi sono parte di questo sfacelo. Il suo streaming – continua – era un giochetto. Lo sapeva già” che non poteva esserci accordo “ma non ha perso tempo perché voleva farci apparire come quelli del ‘no, no, no'”.
IL PROGRAMMA – Quanto alla responsabilità di aizzare le polemiche, Grillo ha rifiutato l’accusa: “Negli altri Paesi ci sono partiti nazisti, qui ci sono i grillini con due balle così”. “La televisione è quello che vedi, non quello che dici. E il talk show ti annulla, per questo non vado in tv”, dice ancora Grillo, che poi passa a elencare le sue proposte. A cominciare da quella di “aprire una commissione in Parlamento perché il Paese non arriverà all’anno prossimo: riforma elettorale, reddito minimo e taglio dei costi”. Riguardo ai giovani degli altri partiti, il leader del M5s li definisce “traditi, delusi”: “Io andrò a parlare con loro. Non voglio convincerli a entrare nel Movimento, voglio mettere insieme delle idee. Che vengano da destra o da sinistra se sono idee buone, vanno bene”. Del resto, l’idea di Grillo sui partiti è quella ed è definitiva: “La forma partito è finita”.
LE ALLEANZE IMPOSSIBILI – Ma il passaggio politico fondamentale è quello che la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi dedica a un possibile governo di larghe intese con gli altri partiti in Parlamento. La risposta è secca: “Nessuna collaborazione con Letta o Amato”, dice Lombardi, “se i nomi sono quelli non c’è spazio per nessun nome del Movimento 5 stelle”. Un concetto che torna più tardi nelle parole dello stesso Grillo: “Se ci metteranno in un angolo, resteremo in un angolo. Ci metteremo all’opposizione e voteremo le cose giuste se sono nel nostro programma”.