“Il MoVimento 5 Stelle è diventato l’unica opposizione, l’unico possibile cambiamento”. Beppe Grillo interviene sul suo blog all’indomani della rielezione di Giorgio Napolitano e spiega che il M5S, ormai, è rimasto l’unico al di fuori del “Partito Unico” che “si è mostrato nella sua vera luce” con il rinnovo del mandato al Capo dello Stato, accolto con entusiasmo da tutta la grande stampa italiana, che darà il via libera al governo di larghe intese. Una scelta politica che per l’ex comico equivale a un “golpettino istituzionale furbo”. “Noi o loro, ora la scelta è semplice – prosegue Grillo -. Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i responsabili della sua distruzione. Governano da vent’anni. Per dignità dovrebbero andarsene, come avviene negli altri Stati”. Una sconfitta che il leader M5S paragona al “pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994″. Ma, sottolinea, “chi sbaglia paga. E chi persevera paga doppiamente. Entro alcuni mesi l’economia presenterà il conto finale e sarà amarissimo. Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia”.
Il leader M5S descrive anche la giornata di oggi in cui, fra l’altro, è saltato anche il suo comizio in piazza Santi Apostoli a causa della ‘ressa’ con i giornalisti e della disorganizzazione del Movimento. “Una mattina di aprile triste, un silenzio strano – scrive nel post – Quella poca gente che si vede in giro nelle città la domenica mattina non sorride e tira dritto. Ti senti come il giorno dopo la scomparsa di una persona cara. Quella indefinibile mancanza che provi dentro, che non riesci ad accettare e che sai ti accompagnerà troppo a lungo”. Secondo l’ex comico con la sesta votazione di ieri “la Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta. Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a MPS, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro diventeranno ministri. Ti viene lo sconforto. Tutto era stato predisposto con cura”.
Quello che aspetta i cittadini secondo Grillo è “un governissimo, le sue ‘agende’ Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. Uno tra Amato, D’Alema o Marini avrebbe dovuto essere l’eletto. Rodotà ha rovinato i giochi. Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo”.