Nei giorni scorsi ho dato un giudizio molto pesante sulla rielezione di Napolitano e ho condiviso con Grillo la definizione di golpe bianco. Vorrei spiegare perché sono convinto che questo sia stato e che le grida sdegnate non spostano di un millimetro il problema.
Nel nostro ordinamento il Presidente è il garante della Costituzione e rappresenta l’unità del paese. E’ quindi una carica per così dire ‘impolitica’, super partes, per certi versi è il contrario di quanto prevede il presidenzialismo, dove il presidente è eletto dal popolo proprio in virtù della sua proposta politica. Nella vicenda dell’elezione di Napolitano è successo il contrario: Napolitano ha contrattato con i partiti le condizioni per una sua rielezione in termini di governi, programmi, relazioni con la Ue.
Il Presidente è diventato da garante della Costituzione a garante di una parte del sistema politico: è stato eletto in quanto garante del futuro governo di cui ha già dettato una parte del programma indicando nell’agenda dei 10 saggi la base su cui operare su due terreni fondamentali come la riscrittura delle regole e la politica economica. Siamo passati da una repubblica parlamentare ad una repubblica presidenziale a democrazia contrattata il cui scopo non è rappresentare gli interessi del popolo italiano ma l’applicazione delle direttive e dei diktat dell’Unione Europea. La sovranità popolare è sostanzialmente azzerata da partiti che chiedono il voto per fare una cosa e ne fanno un’altra.
Questo sostanziale snaturamento della funzione del Presidente della Repubblica segue la nomina del governo Monti un anno e mezzo fa e la nomina – del tutto estranea alla Costituzione – dei 10 saggi qualche settimana fa. E’ discutibile se sia stata violata la lettera della Costituzione ma certo quanto è avvenuto in questi mesi e segnatamente nell’ultimo passaggio non ha nulla a che vedere con l’impianto costituzionale e con lo spirito della Costituzione. Ecco perché ho parlato di golpe bianco e perché penso vi sia una vera e propria tendenza al regime oggi in Italia, tendenza accompagnata da un ruolo certo non neutrale di larga parte dei mass media. Del resto Luttwak – uno che di colpi di stato se ne intende – dice: “Un colpo di Stato consiste nell’infiltrazione di un piccolo, ma fondamentale, segmento dell’apparato statale, che viene poi utilizzato per spostare il governo dal suo controllo”; così la forza armata (sia militari o paramilitari) non è una caratteristica distintiva di un colpo di Stato. Ecco, l’uso della forza non è una caratteristica distintiva di un golpe bianco.