A sei giorni dal voto Ue sul bando di tre neonicotinoidi, i pesticidi killer delle api, abbiamo partecipato anche noi all’assemblea annuale di Syngenta a Basilea. Gli azionisti del gigante dell’agro-chimica devono conoscere le gravi colpe di cui l’azienda si sta macchiando, devono sapere che il gruppo di cui fanno parte gioca un ruolo di primo piano nella scomparsa delle api a livello globale. Noi c’eravamo per chiedere agli azionisti di dissociarsi e fare pressione sul consiglio di amministrazione di Syngenta per abbandonare la produzione dei pesticidi killer.
Mentre attivisti e apicoltori manifestavano pacificamente fuori dalla sede dell’assemblea, all’interno alcuni rappresentanti della nostra organizzazione, insieme al Coordinamento Apistico Europeo, hanno chiesto spiegazioni all’azienda. Il mese scorso, infatti, la Commissione Europea ha fatto una proposta per proibire l’uso di tre pesticidi killer delle api prodotti da Syngenta e Bayer per il trattamento delle sementi di mais, colza, girasole e cotone. Noi vorremmo sapere dal consiglio di amministrazione di Syngenta come mai, anche di fronte alla proposta della Commissione, l’azienda continua a rischiare, sia in termini d’immagine sia in termini economici.
“Non c’è una diretta correlazione tra l’uso di neonicotinoidi e i danni alla salute delle api, mentre invece esiste un legame tra il declino delle api e la presenza dell’Acaro Varroa”. Così si legge sul sito di Syngenta. L’azienda vorrebbe farci credere che per contrastare il fenomeno del declino delle api basti combattere contro l’acaro Varroa. Gli scienziati, invece, continuano a confermare con ricerche e studi che il declino delle api è causato da una serie di fattori: cambiamenti climatici, malattie, parassiti, monocolture, perdita degli ecosistemi e uso intensivo di pesticidi.
La drammatica moria di api a cui assistiamo a livello globale comporta dei rischi altissimi per la produzione agricola e l’approvvigionamento di cibo. Tutti i fattori che concorrono a causare questo fenomeno dovrebbero essere contrastati senza perdere altro tempo. E allora noi ci chiediamo: per quanto ancora Martin Taylor, a capo del CdA di Syngenta, continuerà a negare il fatto, dimostrato e più volte confermato scientificamente, che esiste un legame tra il pesticida “thiamethoxam”, prodotto di punta dell’azienda, e il declino degli insetti impollinatori? Per le api il tempo sta per scadere.
Il primo provvedimento da prendere è il bando dei pesticidi più dannosi per le api. Il 15 marzo scorso, la maggioranza dei paesi Ue ha votato a favore della proposta della Commissione per proibire i pesticidi a base di neonicotinoidi, ma il voto è fallito a causa del mancato raggiungimento della maggioranza qualificata. Lunedì 29 aprile, i paesi Ue voteranno per la seconda volta. Nel caso in cui la votazione dovesse fallire ancora per mancanza di una maggioranza qualificata, la Commissione Europea avrebbe il potere di rendere comunque effettivo il bando.
Se la proposta verrà approvata, il bando potrebbe entrare in vigore già a partire da luglio 2013. L’industria agro-chimica ha risposto con una dura campagna di lobby per fermare il bando e proteggere i profitti delle aziende a costo della salute delle api, i più importanti impollinatori naturali che abbiamo. Il paradosso è che sul lungo termine questo atteggiamento danneggerà gli interessi degli stessi azionisti di Syngenta (e di tutti noi) perché la produzione di cibo non può esulare dal servizio di impollinazione offerto dalle api e dagli altri insetti impollinatori.
Greenpeace chiede quindi ai Paesi europei di votare a favore della proposta della Commissione, che rappresenta il primo passo per affrontare il problema degli effetti dannosi dei pesticidi sulle api. La Commissione dovrebbe, inoltre, promuovere un piano d’azione a livello europeo ancora più ambizioso, che punti all’eliminazione di tutti i pesticidi nocivi per le api e gli altri impollinatori. L’Europa, infine, dovrebbe smettere di finanziare pratiche agricole intensive fortemente dipendenti dalla chimica e sostenere, invece, lo sviluppo di un’agricoltura di stampo ecologico.
Nel nostro ultimo rapporto, “Api in declino”, abbiamo individuato 7 pesticidi particolarmente pericolosi per le api, che dovrebbero essere vietati a causa della loro tossicità per gli insetti impollinatori. Nella lista: imidacloprid e clothianidin di Bayer, thiamethoxam di Syngenta, fipronil e chlorpyriphos di BASF, e cypermethrin e deltamethrin, prodotti da altre aziende.
L’eliminazione di questi pesticidi killer rappresenta solo il primo passo per la protezione delle api e dell’agricoltura in Europa. La soluzione di lungo termine non può che stare nell’abbandono di pratiche agricole di stampo industriale basate sulla chimica. Il futuro dell’agricoltura è sostenibile.